Circola l'elenco dei presunti graffiti che indicano le case bersaglio facile di furti. Il rischio della paranoia
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-04-2005]
"QUESTI SONO I SEGNI CHE GLI ZINGARI TRACCIANO SULLE PULSANTIERE DELLE ABITAZIONI - FATE MOLTA ATTENZIONE PERCHÉ SONO POCO VISIBILI DATO CHE SONO INCISI CON UNA PUNTA SOTTILE - SEGNALATE SUBITO LA SITUAZIONE AI CARABINIERI. (TEL. 112) E SE POSSIBILE MODIFICATELI...". Inizia così, con il classico "tutto maiuscolo da panico", un appello che sta impazzando in questi giorni in Rete sotto forma di e-mail contenente di solito un allegato, di nome nomadi.doc, che presenta un'immagine di questi segni.
Ci sono inoltre moltissimi siti che riportano quest'elenco e sue varianti, come si nota cercando in Google parole-chiave come "segni, simboli" insieme a "zingari, rom".
L'origine di questo elenco è remotissima. Paolo Toselli, coordinatore del Centro Raccolta Voci e Leggende Contemporanee, autorevole sito dedicato a questo tipo di appelli, mi scrive che "in Italia il caso esplode negli anni '90, ma si riscontrano segnalazioni sin dagli anni '60".
Il panico creato dalla diffusione di queste voci incontrollate arriva molto in alto. Secondo il Corriere di Chieri, a giugno 1997 il cosiddetto "codice degli zingari ladri" sarebbe finito anche "sul tavolo del ministro degli Interni, Giorgio Napolitano, poiché il senatore della Lega Nord Luigi Peruzzotti chiedeva di diffonderlo per garantire maggiore sicurezza ai cittadini".
L'elenco è da considerare una probabile bufala. E' spesso contraddittorio e privo di senso: per esempio, "AM" viene spiegato a volte come "pomeriggio", a volte come "mattina". Inoltre non si capisce che senso abbia un'indicazione del tipo "evitare questo comune": per essere utile, andrebbe scritta sul cartello stradale d'ingresso al comune, o su tutte le porte di tutte le abitazioni.
E' inoltre estremamente improbabile che un'organizzazione criminale continui a utilizzare per anni simboli in codice il cui significato è (almeno così pare) noto alle vittime: sarebbe come un esercito che usa un codice cifrato conosciuto dal nemico.
Inoltre, come lucidamente segnalato da un bell'articolo sull'argomento, ci sono alcune incongruenze che il buon senso magari non coglie subito perché distratto dalla classica leva psicologica della paura per l'"altro", il "diverso":
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Oltretutto segni come "buon obiettivo" (una X), "casa ricca" (una C squadrata) o "notte" (una N) sono, guarda caso, molto facili da incidere e sono tipici dei graffiti fatti in vari luoghi, compresi quelli nei gabinetti pubblici (che mi sembra poco logico contrassegnare come "buon obiettivo", a meno che si tratti di rubare la carta igienica). Di conseguenza, la loro presenza da sola non autentica la versione secondo la quale si tratterebbe di un codice, e specificamente di un codice "aiuta-furti" adottato dagli zingari.
Il già citato Paolo Toselli mi ha mandato delle ottime e come al solito documentatissime note sull'argomento: "...I commenti degli organi di polizia a tal proposito sono perlomeno ambigui: molte volte hanno smentito la veridicità della storia e quindi il contenuto del volantino, altre volte lo hanno avvalorato..." Liste analoghe, mi dice, sono comparse nei Paesi Bassi, in Portogallo e in Spagna. Un volantino analogo era già citato in Francia negli anni Ottanta.
Toselli spiega anche le ragioni psicologiche del perdurare di questo appello: fa leva su "un tema su cui si focalizzano anche molte leggende metropolitane, ovvero l'insicurezza, e ad un elemento parimenti frequente quale la rivelazione di un messaggio nascosto." E "come tutte le voci e le leggende metropolitane, il volantino riduce l'incertezza legata ad avvenimenti imprevedibili".
Uno studioso francese, Jean-Bruno Renard, ha dimostrato inoltre (mi scrive sempre Toselli) che "pressoché tutti i simboli presenti nell'attuale versione del volantino erano già noti da decenni, la maggioranza sin dagli anni '20-30. Alcuni sono rimasti identici nella forma e nel significato (la metà), altri hanno subito modifiche nella forma e altri ancora nel significato. All'origine questi segni erano attribuiti ai viandanti e ai vagabondi che li avrebbero utilizzati per comunicare ad altri loro simili se sarebbero stati accolti favorevolmente o meno dai proprietari delle case a cui avevano bussato."
Se siete perplessi e preferite comunque ritenere che esista davvero questo codice di simboli, c'è un modo molto semplice per neutralizzarlo: marcare col segno "già svaligiato" la vostra abitazione. E' un consiglio semiserio, ovviamente, perché deturpereste probabilmente invano la vostra casa, ma è sempre meglio che lasciarsi andare alla paranoia e al razzismo scorgendo il pericolo degli zingari in ogni segnetto che trovate in giro.
Più seriamente, anche supponendo che il codice sia autentico, non va preso come scusa per dimenticare le normali regole di prudenza: il fatto che la vostra casa non sia segnata dal simbolo "qui si ruba facilmente" o "stare alla larga" non significa certo che potete lasciare le porte spalancate e mettere l'argenteria sul davanzale. E se passa un ladro che non sa leggere il codice e quindi lo ignora?
In ultima analisi, quindi, questo appello è inutile e può avere la conseguenza di alimentare razzismo e ansia. Diffonderlo è dunque sconsigliabile.
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