Un appello invita a inviare all'Enel una richiesta di rimborso per lo storico blackout del 28 settembre 2003. L'Autorità per l'Energia smentisce
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-03-2005]
Un appello in forte circolazione in questi giorni invita tutti i consumatori italiani a mandare un fax all'Enel chiedendo un rimborso di 25,82 euro per il ben noto blackout nazionale del 28 settembre 2003. Secondo il testo dell'appello, "l'Enel è stata costretta a risarcire i consumatori, e ha stabilito una cifra forfettaria di 25 euro, per ogni utenza. Ma la gente non lo sa !!!". Per facilitare gli utenti, l'appello viaggia accompagnato da un allegato PDF, costituito da un modulo preimpostato di richiesta.
Il modulo "chiede la corresponsione dell'indennizzo automatico ai sensi delle delibere dell'Autorità per l'Energia elettrica ed il gas n. 201/1999 e n. 220/2002 nella misura forfettaria di € 25.82... Il rimborso potrà essere effettuato con conguaglio nella prossima bolletta."
Purtroppo secondo l'Autorità in questione le cose non stanno come le presenta l'appello. Nonostante le iniziative promosse inizialmente anche da alcune associazioni di consumatori, la strada per un rimborso non sembra essere quella indicata dall'appello e dalle associazioni stesse.
"La lettera" prosegue il comunicato "intende fare chiarezza a fronte del diffondersi di informazioni incomplete o errate sulla possibilità per l'utenza di ottenere indennizzi automatici in base a disposizioni dell'Autorità." Secondo l'Autorità, le delibere citate nell'appello non riguardano il caso di un blackout generale, come dettagliato nel comunicato: "La delibera 220/02 relativa agli standard di qualità commerciale prevede indennizzi automatici per i clienti esclusivamente in caso di mancato rispetto dei tempi massimi previsti dall'Autorità per alcune prestazioni richieste dai clienti" fra le quali non c'è l'interruzione da blackout.
Inoltre ".... La deliberazione dell'Autorità n. 202/99 (oggi delibera 155/02), relativa alle interruzioni del servizio elettrico, non prevede indennizzi automatici per gli utenti a fronte di singoli eventi di interruzione... dalla regolazione della deliberazione n. 202/99 sono escluse le interruzioni aventi origine sulla rete di trasmissione nazionale (come il blackout del 28 settembre), oltre alle interruzioni attribuibili a forza maggiore o a responsabilità di terzi."
Insomma, quelle indicate dall'appello non sono le norme sulle quali far leva per richiedere un rimborso: per cui mandare un fax all'Enel con una richiesta formulata come nell'appello è inutile. Tuttavia, prosegue il comunicato, rimane aperta la strada della richiesta individuale di danni: "Il cliente finale che ha subito un danno a seguito del blackout del 28 settembre scorso può sempre rivolgersi alla magistratura ordinaria che ha la competenza a pronunciarsi in merito all'accertamento delle eventuali responsabilità e alla quantificazione dei danni subiti.". Dovrebbe essere possibile ricorrere al giudice di pace.
L'ADUC ha comunque avviato una causa "pilota" il 2 agosto 2004, depositando presso l'ufficio del giudice di pace di Firenze una citazione in giudizio contro l'Enel, chiedendo che "il gestore elettrico sia condannato a pagare la somma di euro 25,82 quale risarcimento del danno subito in seguito all'interruzione dell'erogazione della fornitura dell'energia elettrica per un periodo ininterrotto superiore a 90 minuti il giorno 28 settembre 2003."
L'ADUC nota inoltre che "L'Enel ha più volte pubblicamente sostenuto di non avere responsabilità per quei fatti", atteggiamento condiviso con altri gestori, ma "il Rapporto della Commissione di Indagine, istituita dal ministero delle Attività Produttive il 29 settembre 2003, ha concluso attribuendo al gestore la responsabilità del fatto".
In attesa di sviluppi di questo caso, anche l'ADUC conferma che è ormai inutile inviare il fax suggerito dall'appello, perché sono scaduti i termini per la presentazione della richiesta di rimborso.
Su un versante meno elettrico e più informatico, è interessante notare che anche i documenti Acrobat, come quelli di Word, possono contenere alcuni dati riservati distribuiti involontariamente: è infatti sufficiente usare l'apposita funzione di Acrobat Reader per scoprire che il documento è "firmato" da una certa Giuliana ed è stato creato il 28 febbraio 2005, usando Microsoft Word e partendo da un documento di nome indennizzo.doc su un computer che usa PDFWriter 5.0 per Windows NT. Non sono informazioni top secret, ma è comunque sicuramente più di quanto Giuliana volesse probabilmente far sapere.
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