Fa molto discutere la pubblicità istituzionale (si chiama così perché non vende un prodotto o un servizio particolare) in cui Gandhi parla alle masse del '900 attraverso i moderni mezzi della comunicazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-10-2004]
La webcam porta l'immagine di Gandhi sugli schermi delle piazze di New York o sulla Piazza Rossa. Lo ascoltano sui telefonini uomini in abiti degli anni '30 e alla Casa Bianca pre-Guerra Mondiale. Tutto in bianco e nero, con una pellicola lavorata per avere un magnifico effetto retrò, regia del grande regista afroamericano Spike Lee, sempre a metà fra il cinema indipendente e la grande Hollywood.
Non è la prima volta che Telecom Italia utilizza icone del '900, grandi leader degli ultimi del Terzo Mondo, per i suoi spot: lo aveva fatto già tre anni fa, sotto la direzione della pubblicità di Fulvio Zendrini, uno dei maghi della creatività dell'advertising italiano, quando era stato ingaggiato come testimonial in carne ed ossa addirittura Nelson Mandela, che aveva versato il compenso milionario al suo Fondo per l'infanzia. A Gandhi invece non si devono particolari compensi e, in questo senso, la scelta è più risparmiosa.
La scelta dell'apostolo della nonviolenza può sembrare dissacratoria per uno spot commerciale ma la pubblicità italiana negli anni '70 ci aveva dato di peggio: con i jeans "Jesus" dello slogan di chi "Mi ama mi segua" portati sul fondoschiena di una bella ragazza; perfino, i Paolini avevano lanciato negli stessi anni la loro rivista più colta "Jesus" con un Gesù sorridente in giacca e cravatta.
Gandhi era già stato strumentalizzato in Italia, quando era ancora in vita, dalla propganda fascista in funzione anti-inglese e, almeno, lo spot Telecom cerca di infondere un messaggio pacificatore e fraterno. Poi, è vero che Gandhi non aveva mai amato la tecnologia, aveva rifiutato l'industrializzzione forzata dell'Impero in India e, dando lui stesso l'esempio, aveva inviato a usare il vecchio telaio.
In nome di questa sua rigida filosofia anti-industriale, il governo del Partito del Congesso, guidata dall'omonima (ma non parente) Sonia, aveva chiuso l'India alle importazioni di tecnologia moderna: nello stesso sviluppo della telefonia in India si è passati direttamente dal telefono a manovella al cellulare. Queste sono però sottigliezze a cui la pubblicità non bada molto.
Quello che forse è meno vero dello spot Telecom Italia è che, se anche Gandhi avesse avuto in mano una tecnologia comunicativa più potente, il mondo non sarebbe cambiato e migliorato.
Gandhi non aveva a disposizione Internet ma ai suoi comizi arrivavano milioni di persone e la radio diffondeva le sue parole in tutta l'India. Nonostante questo Gandhi fu vittima lo stesso della violenza fondamentalista: dopo la sua morte l'India si separò dal Pakistan e oggi l'India con decine di milioni di telefonini ha nel suo Parlamento, per fortuna all'opposizione, un partito induista che vuole rispondere con la violenza e l'intolleranza all'integralismo islamico e che ha impedito all'italiana Sonia Gandhi di prendere le redini del Governo.
La tecnologia non rende migliore il mondo: è il cuore dell'uomo che deve cambiare, diventare più buono, più generoso: questo è il messaggio di Gandhi più autentico. "Che giova all'uomo avere tre cellulari se poi perde la sua anima?" Nello spot di Telecom Italia questa frase non c'è: per questo motivo non mi piace.
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