Se Google sarà costretta a vendere, la mamma di ChatGPT è già pronta a comprare.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-04-2025]
Che cosa succederà se, durante il processo antitrust contro Google che si sta svolgendo negli USA, il Dipartimento di Giustizia imporrà all'azienda la vendita del browser Chrome? Accadrà che OpenAI si farà immediatamente avanti, come ha testimoniato un suo dirigente, Nick Turley, proprio durante un'udienza.
OpenAI ha tutto l'interesse di mettere le mani su Chrome, con i suoi 4 miliardi di utenti e il 65% del mercato, e ha anche dei piani precisi: ha intenzione di trasformalo affinché offra «un'esperienza "AI-first"» grazie a un'integrazione spinta con ChatGPT.
Google è a processo a seguito di una sentenza del 2024, che ne ha riconosciuto il regime di monopolio nella ricerca online. Il Dipartimento di Giustizia, nel ruolo dell'accusa, sta proponendo misure drastiche per risolvere la questione: oltre a vietare i pagamenti che Google ha finora elargito (per esempio a Mozilla) per essere il motore di ricerca predefinito, chiede anche la vendita di Chrome o addirittura di Android.
Turley ha spiegato che possedere Chrome darebbe a OpenAI un'enorme base di utenti e dati preziosi per addestrare i modelli usati per gli "agenti IA", capaci di operare autonomamente per conto degli utenti. Ha anche rivelato che OpenAI aveva già cercato una partnership con Google per usare la sua tecnologia di ricerca in ChatGPT, ma Google ha rifiutato, citando problemi di competizione, secondo un'email mostrata al processo.
Ovviamente OpenAI non è l'unica realtà interessata a mettere le mani su Chrome, mentre Google contesta la fattibilità di un'eventuale vendita, sostenendo che il browser non potrebbe sopravvivere come entità indipendente.
Il processo antitrust contro Google potrebbe avere anche altre ricadute positive per OpenAI. Il Dipartimento di Giustizia vuole infatti che Google condivida i dati di ricerca con i concorrenti: una mossa che secondo Turley potrebbe migliorare ChatGPT.
Meno positive potrebbero essere le conseguenze per la privacy degli utenti, soprattutto qualora Chrome finisse davvero con l'essere trasformato in un gigantesco serbatoio di dati per l'addestramento di ChatGPT.
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Homer S.