Le lenti a contatto con monitor incorporato non sono più fantascienza



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-07-2022]

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È una scena classica di tanti film o telefilm d'azione hi-tech o di fantascienza: la persona protagonista riesce a penetrare nella base segreta dei cattivi e riceve istruzioni su cosa fare e cosa dire, senza che i cattivoni se ne rendano conto, tramite delle sofisticatissime lenti a contatto elettroniche che indossa. Di solito la scena include anche un malfunzionamento di queste lenti, per creare ancora più tensione, ma ovviamente il talento e l'improvvisazione supereranno ogni avversità.

Ma scene come questa non sono più riservate alla fiction: l'azienda californiana Mojo Vision ha presentato un prototipo funzionante di lente a contatto "smart", capace di mostrare all'occhio di chi la indossa una bussola, delle immagini e dei testi. Stando a quanto dichiarato dall'azienda, si tratta della prima dimostrazione di una lente a contatto smart per realtà aumentata effettuata mettendola davvero su un occhio umano: in questo caso, quello di Drew Perkins, che è il CEO di Mojo Vision.

Ma dove si possono mettere i componenti elettronici in una lente a contatto? Serve uno schermo, servono dei sensori, serve un processore, e tutto quanto va alimentato da una batteria. Sembra impossibile includere tutti questi elementi in un oggetto che deve essere trasparente.

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Mojo Vision risolve in parte questa sfida con un paio di soluzioni ingegnose: la prima è che in realtà la lente non è tutta trasparente, ma lo è soltanto la parte che sta direttamente davanti al cristallino. Il bordo, ossia la parte che sta davanti all'iride e copre anche parte della sclera dell'occhio, è invece opaco ed è coperto da un'iride finta.

Al centro della piccola porzione trasparente c'è un minuscolo schermo MicroLED monocromatico, largo mezzo millimetro, con una risoluzione di circa 250 per 250 pixel: sufficiente per vedere qualche parola e un'immagine, ma non molto di più.

lens

La lente include anche un magnetometro, un giroscopio e un accelerometro per rilevare i movimenti dell'occhio, un piccolissimo processore ARM, una batteria e un trasmettitore. Un miracolo di miniaturizzazione, insomma.

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Il trasmettitore in questione serve per la seconda soluzione ingegnosa: si collega infatti a un processore più potente, che si indossa intorno al collo e che fa il grosso del lavoro, alleggerendo quello della lente vera e propria. In altre parole, molti dei componenti sono in realtà nascosti addosso a chi indossa queste lenti a contatto "smart".

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C'è da dire che la lente è rigida, non morbida come le lenti a contatto normali, e che finora è stata indossata soltanto per un'ora per valutarne la compatibilità biologica. Ma ha già adesso delle app che permettono a chi la indossa di leggere del testo che gli viene trasmesso, come se fosse una sorta di "gobbo" televisivo invisibile, e di ricevere istruzioni di navigazione in uno spazio.

Se il prototipo supererà la fase di collaudo e ulteriore miniaturizzazione e i test clinici necessari per la commercializzazione, le lenti a contatto elettroniche saranno un ausilio digitale decisamente molto meno vistoso e appariscente rispetto agli occhiali "smart", che hanno il difetto di essere ingombranti ed esteticamente impegnativi anche nelle loro versioni più recenti, come per esempio i Ray-Ban Stories, che pure sono infinitamente più presentabili rispetto ai Google Glass o ai visori per realtà virtuale. Le lenti elettroniche sono un esempio di Invisible Computing, ossia informatica invisibile.

Mojo Vision non è l'unica azienda che sta lavorando alle lenti a contatto "smart": ci sono anche progetti di Sony e Samsung con tanto di fotocamera integrata, e ci sono già lenti di questo genere che vengono usate in campo medico per il monitoraggio degli occhi, per esempio in caso di glaucoma. Google ha anche delle lenti a contatto elettroniche che includono un sensore di glucosio, ma si tratta appunto di progetti o di dispositivi molto più semplici.

Resta da vedere, se mi perdonate il gioco di parole, a cosa serviranno queste lenti a contatto così sofisticate e interattive: per ora l'azienda che le sta sviluppando pensa alla visualizzazione di informazioni utili, come per esempio le indicazioni su dove andare in un edificio molto complesso, le notifiche di eventi o la presentazione di dati fisiologici o tecnici per gli atleti durante una gara, ma considera anche l'ausilio alle persone che hanno difficoltà visive nella vita di tutti i giorni.

Un'altra applicazione utilissima per chiunque parli in pubblico per lavoro sarebbe la possibilità di avere sott'occhio testi, dati e numeri in modo invisibile, dando l'impressione di sapere a memoria discorsi e informazioni: immaginate le note di PowerPoint, ma senza dover guardare lo schermo del computer.

E attenzione agli usi meno tecnici e professionali: c'è la possibilità che fra qualche anno la persona che vi guarda con aria sognante e vi declama eleganti parole di seduzione stia in realtà semplicemente leggendo tutto sulle sue lenti elettroniche.

Fonti aggiuntive: CNET, BBC, Ars Technica.

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 12)

L'importante è che non venga mai in mente a nessuno di inventarsi le lenti a conato. :vom:
25-8-2022 17:59

Siamo a un passo dal eyePhone: https://www.youtube.com/watch?v=uASUHbFEhWY
27-7-2022 16:00

:lol: Leggi tutto
24-7-2022 14:37

:malol: :malol: :malol: Leggi tutto
20-7-2022 10:36

Si tratta di prototipi, avranno molti problemi da affrontare e superare. Sempre che alla fine commercialmente ne valga la pena (il precedente dei Google Glass è un esempio eloquente). Leggi tutto
20-7-2022 10:19

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