Il problema riguarda anche gli hard disk IronWolf per NAS.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-02-2025]
Alla fine di gennaio il sito tedesco Heise sollevò un caso preoccupante: scoprì qualcosa di poco chiaro che riguardava hard disk Seagate di livello professionale (quelli della serie Exos) usati venduti come nuovi.
Allora pareva che tutto ciò coinvolgesse soltanto i dischi per server con dimensioni tra i 12 e i 16 Tbyte che, sebbene acquistati come appena usciti dalla fabbrica, non solo mostravano dei segni di usura all'esterno, ma avevano già registrato un numero elevato di ore di funzionamento, dalle 15.000 alle 50.000.
Nelle settimane successive le indagini continuarono e hanno ora portato a scoprire che la situazione è più grave, e più ampia, di quanto si pensasse all'inizio.
Innanzitutto, il problema coinvolge anche i dischi della serie IronWolf, creati per i NAS. Poi, secondo Heise l'origine di questi hard disk è cinese: proverebbero infatti da server farm usate per il mining di criptovalute.
Non è chiaro come dai miner si passi ai rivenditori tedeschi di hardware; quello che è certo è che prima di venire rimessi in commercio gli hard disk vengono sottoposti a una sorta di restauro estetico.
Viene variato il numero di serie, facendolo corrispondere a quello di dischi nuovi, affinché un controllo sul sito di Seagate mostri che la garanzia è ancora valida; vengono sostituite le etichette; vengono cancellati i log di funzionamento. Il tutto viene quindi reimpacchettato.
Certamente, come già ricordavamo all'inizio, un'ispezione visiva è già in grado di mostrare che qualcosa non va: un disco nuovo non deve mostrare alcun segno di usura all'esterno. Inoltre, un controllo dei dati SMART permette di verificare per quanto tempo questi dispositivi abbiano effettivamente lavorato.
Tuttavia, non tutti sono particolarmente attenti ai dettagli quando si tratta di estrarre un disco dalla sua confezione e installarlo; e i dati SMART vengono spesso controllati solo quando qualcosa non va, e non quando si presume che il disco sia nuovo.
L'origine degli hard disk coinvolti - i miner cinesi - porta inoltre a un ulteriore pensiero: è improbabile che i miner usino solo dischi Seagate. Quali altre marche potrebbero essere coinvolte?
Heise ha provato a interrogare Toshiba e Western Digital, senza ricevere informazioni conclusive: la prima ha solo confermato che i suoi dischi usano solo i log SMART, ma non consentono di accedere ai dati FARM; la seconda non ha risposto.
Seagate, dal canto proprio, non sembra particolarmente preoccupata dalla faccenda. Ha raccomandato di segnalarle l'eventuale acquisto di dischi usati venduti per nuovi, ma non perché intenda agire nei confronti degli acquirenti: ha infatti precisato che non sostituirà gli hard disk usati, poiché non è stata lei a venderli.
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