I diritti stanno per scadere, ma è già pronto il trucco per farli durare altri 35 anni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-11-2015]
Il Diario di Anna Frank non ha bisogno di presentazioni: noto a livello mondiale, è il diario di una ragazza ebrea tedesca rifugiatasi con la sua famiglia ad Amsterdam dopo l'ascesa al potere dei nazisti nel suo Paese natale.
Anna morì nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Dopo la fine della guerra, il padre Otto raccolse gli scritti di Anna (in una versione già intesa per la pubblicazione), assunse il compito di redattore e li fece pubblicare.
Con l'arrivo del 2016 saranno trascorsi 70 anni dalla morte di Anna: ciò comporta che, per lo meno in Europa, il Diario diventerà di pubblico dominio, dato che il diritto d'autore è valido sino a 70 anni dopo la morte dell'autore.
Pubblico dominio significa che chiunque potrà legalmente copiare e ridistribuire l'opera: per la Fondazione Anna Frank, che attualmente detiene il copyright sul libro, ciò significa anche una delle più importanti voci di introito potrebbe venire a mancare, non disponendo essa più dei diritti in esclusiva sulla pubblicazione del Diario.
Ecco quindi la mossa, semplice e scaltra, per impedire tutto questo: proprio adesso, nell'imminenza della scadenza del copyright, la Fondazione ha deciso che Otto Frank non è stato un semplice redattore del diario, ma un co-autore. Un redattore non può avanzare diritti su un'opera, ma un co-autore può certamente: e così, quasi per magia, il diritto d'autore viene esteso fino al 2050, ossia a 70 anni dalla morte di Otto, avvenuta nel 1980.
Se serviva una prova di quanto sia necessaria una riforma del copyright, eccola servita. La Fondazione può sostenere finché vuole che Otto Frank sia co-autore del libro, ma allora perché tale definizione non è mai stata usata sino a ora, a poco più di un mese dalla scadenza del copyright? Perché è sempre stato definito semplicemente un redattore, con riferimento all'opera di raccolta e agli interventi condotti sugli scritti della figlia prima della pubblicazione?
È difficile far passare per buona fede un'operazione così sfacciata: infatti Cory Doctorow, su BoingBoing, non usa mezzi termini e parla di vera e propria frode.
Doctorow solleva peraltro un ulteriore problema: facendo passare Otto per uno degli autori, «la Fondazione sta sostenendo che il Diario non rappresenta i pensieri e le opinioni di Anna, ma che in realtà essi sono stati intenzionalmente distorti dal padre al punto che non si può più dire di avere tra le mani una versione fedele del diario».
E la vicenda non potrà che peggiorare se questa linea dovesse passare dato che Mirjam Pressler, che ha curato una diversa edizione del diario, sostiene anch'ella di essere una co-autrice: la signora Pressler è ancora in vita, dunque se le si desse ragione non si potrebbe prevedere quando cesserà il copyright.
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