Perché non riusciamo a fare a meno del social network? Uno studio lo spiega.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-12-2015]
«Ma come vivevamo prima di Facebook?» è la domanda che si pongono molti utenti del social network in blu, in particolare quelli che non riescono a passare la giornata senza consultare in maniera compulsiva lo smartphone in caccia di aggiornamenti.
Questo tipo di comportamento, peraltro piuttosto diffuso, ha portato a due conclusioni dettate dal buon senso: la prima è che Facebook dà dipendenza, la seconda è che senza Facebook si starebbe meglio dal punto di vista del lavoro (che diventerebbe più produttivo), della vita sociale e familiare "reale" (non più distratta dallo schermo) e del riposo (dato che a molte persone Facebook ruba ore di sonno).
Alcuni ricercatori della Cornell Information Science hanno deciso di cercare di capire quanta verità ci sia in queste considerazioni e individuare le cause di tanto attaccamento a Facebook.
Per farlo hanno utilizzato i dati forniti da 99 Days of Freedom, una campagna di "disintossicazione da Facebook" che chiede agli utenti di astenersi dal social network per 99 giorni. Inutile precisare che, per molti, un'astinenza di oltre 3 mesi si è dimostrata impossibile da raggiungere.
Studiando i dati, i ricercatori hanno individuato quattro caratteristiche comuni a quanti non riescono a staccarsi dalla creatura di Mark Zuckerberg, generando così una sorta di "profilo" e rispondendo alla domanda: «Chi sono quelli che non possono fare a meno di Facebook?».
Parrà una banalità, ma quegli utenti che utilizzano altre piattaforme sociali oltre al network in blu sono quelli che resistono più a lungo lontano da Facebook: tenendosi occupati in altri siti, sentono meno l'effetto nostalgia.
Una vera e propria "dipendenza da Facebook", con caratteri di patologia e che potremmo paragonare a quella che colpisce chi non riesce a smettere di giocare d'azzardo, interessa relativamente poche persone: non tutti gli utenti di Facebook sono a quel livello.
Però molti pensano di esserlo: ritengono di aver contratto una dipendenza e di non poter fare a meno del social network. Così finiscono per comportarsi come se davvero la loro vita dipendesse dal prossimo Mi piace e si convincono di non potersene allontanare.
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I ricercatori hanno scoperto che molti utenti usano Facebook come lenitivo per una giornata no o semplicemente per un momento di cattivo umore. Chi tende a vedere il mondo in maniera negativa e ha spesso momenti di tristezza tende ad affrontare tutto ciò con un giro sul social network, creandosi un'abitudine.
Se poi quanto visto in Rete fa stare peggio, la navigazione si prolunga alla ricerca di qualcosa che "tiri un po' su".
L'ultima caratteristica che le persone più dipendenti da Facebook hanno in comune è l'utilizzare il social network come unico mezzo per accumulare un po' di autostima. Lì cercano affetto, amicizia, considerazione, spesso pensando che siano più facili da ottenere in Rete piuttosto che nella vita reale.
E in fondo per certi versi è vero: per coloro ai quali basta un Mi piace - che richiede pochissimo sforzo da parte di chi lo appone - per curare almeno un po' il proprio senso di inadeguatezza, Facebook rappresenta un buon serbatoio di autostima, dato che ci sarà sempre (o quasi) qualcuno in grado di fornire quel po' di attenzione di cui hanno bisogno. In questo modo diventa però estremamente difficile staccarsi dallo schermo.
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