Il web può realizzare una democrazia ''universalmente partecipata'' se i governi rinunciano a controllare e spiare i cittadini.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-03-2013]
È stato Tim Berners-Lee, "padre" del World Wide Web, l'ospite d'onore degli ICT Days 2013 che si sono tenuti a Trento dal 20 al 23 marzo, a cui anche Zeus News ha partecipato.
Nella giornata di venerdì, sir Timothy ha avuto modo di affrontare diversi temi, tutti centrati intorno all'evoluzione della sua invenzione e all'influenza presente e futura sulla società, soffermandosi su quali siano le attenzioni da avere perché il cambiamento sia in positivo e a vantaggio di tutti.
«Il web» - ha spiegato a Zeus News sir Berners-Lee - «è per sua natura collaborativo, e tale collaborazione in un futuro prossimo sarà in grado di modificare la democrazia, rendendola maggiormente partecipativa»; tutte le interazioni con i governi saranno online e le elezioni stesse si potranno tenere via Internet (con un gran risparmio sui costi di organizzazione): «in futuro arriveremo alle elezioni online se i governi non vengono tentati dall'usare Internet per controllare o spiare i cittadini».
In quest'ottica, sarà necessario creare degli uffici preposti ad aiutare coloro che non si trovano a proprio agio con i PC ma dovranno comunque interagire col resto della comunità.
Quest'ultimo appunto è un indizio di come la preoccupazione principale di Tim Berners-Lee sia assicurarsi che il web resti al servizio di tutti, evitando i soprusi che possono nascere, in un'era in cui pressoché ogni informazioni finisce online, dal possedere i dati altrui.
È dunque certamente necessario potenziare la trasparenza con le iniziative che vanno sotto il nome di open government e open data - ossia mettere online i dati di cui sono in possesso le amministrazioni - ma anche, spiega il padre del web, arrivare a un open personal data in cui ognuno può accedere ai propri dati disponibili in Rete.
Grazie all'evoluzione tecnologica gli oggetti saranno infatti sempre più connessi e in grado di raccogliere dati: Tim Berners-Lee stesso, durante l'incontro, portava un braccialetto conta-calorie che raccoglieva dati sul suo stato fisico. È facile prevedere che in futuro tutti gli oggetti collezioneranno dati, e tali dati potranno fare gola ad alcuni; anzi, già adesso, in realtà, tutta una serie di nostri dati personali sono già online: si tratta di capire come vengono e come verranno gestiti.
S'innesta qui il vasto tema della privacy, che Berners-Lee affronta con un esempio. Prendiamo il numero di scarpe: può essere molto comodo che sia a disposizione e accessibile via Internet in un mondo in cui tutto è connesso, cosicché andando a comprare un nuovo paio di calzature non sia nemmeno necessario indicare quale sia.
D'altra parte, prosegue Tim: «Il numero di scarpe è importante per chi ci vuole vendere delle scarpe; bisogna quindi riflettere su come questi dati, una volta raccolti, sono gestiti: restano nelle mani degli utenti o vengono inviati ad agenzie che poi propongono oggetti o servizi da acquistare? È importate che sia il titolare dei dati stessi a decidere come questi siano utilizzati».
«L'accento va posto sull'uso appropriato dei dati. I dati che un'altra entità raccoglie mi aiutano a organizzarmi oppure vengono usati per controllarmi? Entra in gioco il concetto del benefit, fermo restando che esistono comunque dati che non devono essere usati».
Il web risulta quindi estremamente prezioso, ma su di esso incombe una minaccia, che «può venire dal controllo politico ed economico che se ne fa. L'indipendenza della stampa, della circolazione delle informazioni, è ciò che più garantisce la democrazia».
La direzione in cui si va è la trasformazione del web in una piattaforma partecipativa o, meglio ancora, «universalmente partecipata»: «Abbiamo visto che cosa è successo in Egitto quando la gente è stata disconnessa. Il web può essere al contrario utilizzato per rendere ancora più libero il mercato e ancora più partecipativa la democrazia».
Grazie all'estensione della fibra ottica e al calo dei prezzi degli schermi, si apriranno nuove esperienze di "telepresenza": «I pixel diventeranno sempre meno costosi e ci saranno più pixel» ha affermato sir Timothy, prevedendo «schermi più grandi che permetteranno di partecipare a chatroom e videoconferenze in maniera molto più affidabile rispetto a qualche anno fa, dando l'impressione di essere davvero presenti sul posto e facendo anche risparmiare sul carburante che oggi viene consumato per gli spostamenti».
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Il mondo deve essere ''open''
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