La nuova policy non tutela adeguatamente gli utenti europei: le Autorità dell'Unione vogliono informazioni più chiare sul trattamento dei dati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-10-2012]
Lo scorso marzo, quando Google introdusse la policy semplificata sulla privacy, l'Unione Europea si dimostrò molto preoccupata circa il destino dei numerosi dati così raccolti e riuniti.
La nuova policy, infatti, prevede la possibilità di incrociare i dati raccolti tramite tutti i diversi servizi che fanno capo a Google, dal motore di ricerca a YouTube, da Gmail e Picasa e via di seguito.
Nel corso dei mesi le preoccupazioni si sono trasformate in un'analisi minuziosa della policy stessa - peraltro condotta con l'aiuto di Google stessa - e ora i Garanti dell'Unione hanno deciso di racchiudere le conclusioni raggiunte in una lettera, che hanno quindi inviato a Google.
Sono 24 gli Stati membri dell'Unione che hanno firmato la lettera e, a questi, si aggiungono il Liechtestein e la Croazia.
Il contenuto si può riassumere nel modo in cui lo fa il nostro Garante per la privacy: «Le nuove regole sulla privacy decise da Google non sono adeguate a tutelare gli utenti europei».
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In particolare, i pericoli comprendono la già citata possibilità di incrociare i dati provenienti da qualsiasi servizio (pratica utilissima per personalizzare gli spot pubblicitari) ma anche le informazioni fornite agli utenti - ritenute scarse - e la conservazione a tempo indeterminato dei dati raccolti.
«Google» - spiega il nostro Garante - «usa i dati degli utenti raccogliendoli in maniera massiva e su larghissima scala, in alcuni casi senza il loro consenso, conservandoli a tempo indeterminato, non informando adeguatamente gli utenti su quali dati personali vengono usati e per quali scopi, e non consentendo quindi di capire quali informazioni siano trattate specificamente per il servizio di cui si sta usufruendo».
Per questi motivi le varie Autorità chiedono a Google di intervenire nuovamente sulla policy, introducendo le garanzie di cui sentono la mancanza, consigliando di «inserire informative privacy all'interno dei singoli prodotti» e di «adottare meccanismi semplificati di "opt-out" (opposizione al trattamento dei dati)».
Dopo aver ricevuto le raccomandazioni, Peter Fleischer (che in Google ricopre il ruolo di responsabile globale delle questioni relative alla privacy) ha fatto sapere che l'azienda sta esaminando la lettera, ma sembra anche convinto della bontà della nuova policy.
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