Gli utenti continuano a crescere, ma le prestazioni finanziarie sono sottotono.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-04-2012]
Sul tavolo di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, sono da poco arrivate due notizie: una buona e una, se non cattiva, almeno non troppo buona.
La prima, quella buona, è il continuo aumento degli utenti: dagli 845 milioni di dicembre 2011 si è passati agli attuali 901 milioni; di questi, 500 milioni sono classificati come "utenti attivi", ossia quelli che giornalmente interagiscono sul social network.
La notizia meno buona è relativa agli incassi di Facebook, di cui ormai si può sapere tutto perché la documentazione relativa - e continuamente aggiornate - è nelle mani della Securities and Exchange Commission in vista dell'imminente quotazione in Borsa.
I ricavi del primo trimestre del 2012 hanno visto una crescita del 45% (arrivando a 1,06 miliardi di dollari) rispetto a un anno fa; tuttavia, se si confrontano questi numeri con quelli dell'ultimo trimestre del 2011, si registra un calo del 6%.
Anche i guadagni netti non brillano come una volta: il primo trimestre ha fatto registrare un calo del 12% rispetto a un anno fa (dai 233 milioni del primo trimestre 2011 agli attuali 205 milioni).
Facebook attribuisce questo fenomeno a «variazioni stagionali» che si sono già verificate in passato; d'altra parte, nel conteggiare i guadagni bisogna tenere presente che il social network sta spendendo su vari fronti, e parecchio.
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L'ultimo grande acquisto risale a pochi giorni fa: con un miliardo di dollari (in denaro e azioni) Facebook si è assicurata la proprietà di Instagram; ora si apprende che la quota in denaro è pari a 300 milioni.
C'è infine, un problema che ancora non ha trovato soluzione: sono in aumento continuo gli utenti che accedono a Facebook da una piattaforma mobile, dunque non tramite un browser web ma dall'apposita app.
Il problema sta nel fatto che Facebook non ha idea di come monetizzare questi contatti: non a caso, questo è uno dei punti deboli che il social network stesso ha indicato alla SEC quale rischio concreto.
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