Leggendo la seconda parte del Messaggio, potrete cominciare a intuire la gravità, l'importanza, il peso di quello che disperatamente dal futuro cercano di dirci.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-08-2011]
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Oooooh Me Lost In Time che incarico gravoso mi hai dato! Parlare di futuro ad un popolo il cui futuro percepibile più prossimo è la scadenza delle bollette. Ma berrò dall'amaro calice! Ecco la seconda parte del Messaggio; leggetelo e potrete cominciare ad intuire la gravità, l'importanza, il peso di quello che disperatamente dal futuro cercano di dirci.
Tornare alla realtà fisica è sempre traumatico. Stenti a riprendere contatto con il tuo corpo che intorpidito ai primi cenni di ripresa manifesta il suo disappunto con un brontolio di sensazioni dolorose, i sensi tornano svogliatamente a servirti e sei vagamente dissociato da ciò che ti circonda, facendoti chiedere se veramente sei tornato in Real Life o meno... poi lo squallore che ti circonda, l'odore stantio di cose economiche e vecchie, il rumore di fondo dell'umanità pezzente e volgare che ti circonda, ti rassicurano del tuo ritorno. D'altra parte i mezzi a disposizione erano quello che erano e la mia vecchia e più volte riparata interfaccia per realtà virtuale Mesmer-C64 non aiutava molto nel rendere più gradevole il ritorno.
Ritrovai un certo grado di mobilità ed equilibrio, andai verso la macchinetta del caffè ripensando all'incontro avuto in Virtual World; stavolta l'incarico era veramente sporco. Tre lavori in pelle!
Lavoravo dalla fine del 2012 per la Corporazione della Sapienza; dopo pochi mesi dall'Apocalisse elettromagnetica mi ero reso conto di non aver subito le mutazioni che avevano parzialmente lobotomizzato i tre quarti dell'Umanità ma mi ero trovato nella necessità di dovermi trovare un modo di sopravvivere nel nuovo ordine che si andava instaurando.
Per un paio d'anni tutto filò liscio finchè una notte, mentre scrivevo a cottimo cose stupide per dei cretini con poca voglia di leggere, la porta di casa venne giù e una squadra d'Inquisitori del Sacro Ordine degli Scrittori mi prelevò. Venni posto per un'imprecisato tempo in stato di deprivazione sensoriale a chiedermi quale sarebbe stato il mio destino e a rispondermi che la situazione era veramente nera. Poi fui portato davanti a Lui, il Cardinale! La carica suprema dell'Ordine e pur nella sorpresa estrema, intuii che forse avevo ancora un pò di futuro da immaginare.
Il fatto di essere parzialmente fuori dalla "Dark Cloud" mi rendeva utile per degli incarichi speciali dove necessitavano "contractors" a cavallo dei due mondi. Per anni furono semplici incarichi da ricognitore e relatore, forma delicata per definire una spia. Stavolta invece era una missione pienamente operativa con libertà di gestirla a mio giudizio.
Il Cardinale era stato chiarissimo. Tre Operatori Promozionali erano sfuggiti, nonostante il loro stato di sottomissione, al controllo della Corporazione e questo oltre ad essere considerato un atto d'eresia nei confronti dell'Ordine, faceva sospettare che potesse esistere una tecnica per liberarsi dall'influenza della Nuvola Oscura. Se li avessi ritrovati e portati, possibilmente vivi, davanti a Lui avrei avuto una promozione al grado di Revisore che era il primo passo per diventare Inquisitore. Non che diventare Inquisitore mi allettasse troppo ma ormai l'unica scelta di vita era fra lo stare male e lo stare peggio! Tanto valeva non farsi troppi scrupoli. E poi con la gratifica d'ingresso fra i Revisori avrei potuto riposarmi per diversi mesi dalle "marchette" pubblicitarie e comprare la nuova interfaccia per realtà virtuale ElectricSheep AK47 di cui avevo scritto tante buone recensioni da convincere anche me stesso dell'elevata qualità del prodotto.
Tre lavori in pelle, mi ripetevo. Cercando di capire come potessero essere sfuggiti al controllo delle onnipotenti Corporazioni e sopratutto all'autocondizionamento (che ormai la stragrande parte d'umanità aveva) di far parte di un progetto giusto ed immutabile.
"Noi siamo la Nuvola Oscura e la Nuvola è noi" era lo slogan e inflessibile credo delle masse di diseredati. La frase era ormai saluto rituale e risposta ad ogni domanda che non aveva risposta. Si usava come benedizione ad una nascita ed era l'estremo saluto del morituro. Persino il condannato sul patibolo l'urlava con l'ultima rabbia, prima che gli venisse prelevata l'energia bioelettrica. L'arcaico spreco di risorse delle vecchie esecuzioni capitali era stato sostituito dalla ben più efficiente nuova tecnica e a volte aveva fatto chiedere a me stesso se anche una pila esaurendosi soffriva.
Misurato in tempo reale sarebbe stato l'intervallo scandito da tre caffè e cinque sigarette ma in tempo convenzionale erano passate circa tre ore dal momento che ebbi l'intuizione a quello in cui ero pronto per iniziare la mia missione. Gli autori fuggiti probabilmente stavano nel mondo dove il Cardinale non poteva entrare. Il mondo dei reietti, dei non-mutanti e (si diceva) dei ribelli. Gli Slum! La DownTown Campus degli Studelinquenti. La Corte dei Miracoli degli eterni fuoricorso. E' quello il posto dove si rifugiava chi tentava di sfuggire agli arruolamenti coattivi delle Corporazioni! Ma per entrare bisognava passare il Firewall presidiato dagli Inquisitori. E una volta dentro mi sarebbero servite una guida e della merce di scambio.
Ormai pronto ad entrare in azione, estrassi la batteria dal mio fido NetBook Asus 1015PD (di cui avevo fatto tre recensioni perché mi sponsorizzavano clandestinamente) e dalla quasi invisibile slot per SIM card sul fondo dell'alloggiamento estrassi un piccolo foglietto ripiegato di vera carta di cellulosa. Imparai a memoria la password e rimisi tutto a posto. Nella borsa avevo quello che mi sarebbe servito e nel complesso potevo benissimo apparire come un messo della Corporazione della Produzione che andava a consegnare i precetti di arruolamento obbligatorio al Lavoro... con scarse possibilità di ritorno.
Poco dopo ero davanti al Gate del Firewall. Rivolsi all'Inquisitore di guardia il rispettoso saluto rituale che si faceva mostrando il dorso della mano perpendicolare al suolo, con tutte le dita richiuse nel palmo ad esclusione del medio, ben teso verso l'alto ad indicare la superiorità del Sacro Ordine. Mi guardò con la tipica espressione, misto di assoluta indifferenza e brutalità bestiale e per un lungo attimo ebbi il timore volesse "revisionarmi" senza appello all'istante. Passato l'istante infinito mi fece un breve cenno d'entrare. Ce l'avevo fatta! Ero dentro la città degli Studelinquenti. Il mio primo timore fu quello che l'aspetto al quale avevo voluto uniformarmi per agevolarmi l'ingresso fosse la prima ragione di rischio, invece camminavo tranquillo fra gli edifici cadenti, quando non proprio diroccati, tra la varia fauna locale senza che nessuno desse minimo segno di intolleranza a come mi presentavo.
Fermai un tizio con i capelli tagliati a cresta di Moicano colorati di azzurro intenso e gli chiesi:
-"Senti fratello dove trovo il Pio Istituto degli Scabbiosi?"-
Il tipo mi fissò un'attimo e rispose:
-"Ehi Ziooo! Non mi sembri tanto rottame da andare allo sfascio! Traffichi organi eeeeeh???? Bellaaaaa ziooo! Segui la strada fino alla piazza e poi gira a destra, duecento metri e sei arrivato! Ma senti una cosa... ti serveno reni? Mia madre li ha ancora buoni! Ti faccio un buon prezzo.!"-
Lo ringraziai per l'informazione e per l'offerta replicando che non ero interessato per attuale saturazione del mercato e battemmo il cinque. Continuai verso quello che chiamavano comunemente "l'ospedale dei poveri", dove mi aspettavo di trovare un possibile contatto.
Ve l'avevo detto che erano cose gravi ed importanti.
Articolo multipagina - CONTINUA a leggere
Indice
1 - Prima parte
2 - Seconda parte
3 - Terza parte
4 - Quarta parte
5 - Quinta parte
6 - Sesta parte
7 - Settima parte
8 - Ottava parte
9 - Nona parte
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