Non ci saranno oscuramenti repentini di interi siti e sarà sempre possibile il ricorso alla magistratura. Nessun pericolo per i siti senza finalità commerciali né per gli utenti del P2P. Le prime reazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-07-2011]
L'authority per le comunicazioni ha approvato il regolamento su pirateria e diritto d'autore (bozza delibera 668/2010), al centro di numerose proteste in questi giorni, in Rete e fuori.
A darne notizia, prima ancora dell'Agcom, era stato l'avvocato Fulvio Sarzana, nel suo blog. Nel corso del pomeriggio di ieri erano poi trapelate altre indiscrezioni che hanno infine avuto conferma in un comunicato ufficiale dell'autorità.
L'approvazione della bozza è avvenuta a maggioranza ma senza l'unanimità: 7 voti a favore, un astenuto (Nicola D'Angelo) e un astenuto (Michele Lauria). Relatori sono Sebastiano Sortino e Gianluigi Magri: quest'ultimo aveva in un primo momento annunciato le proprie dimissioni, ritirandole poi su richiesta del presidente Calabrò.
Il provvedimento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ma non diverrà immediatamente esecutivo: dovranno prima passare 60 giorni per una pubblica consultazione. Prima dell'approvazione definitiva si andrà quindi a ottobre: peccato solo che i mesi di luglio e agosto non siano quelli ideali per una pubblica consultazione, ma meglio che niente.
Lo schema del provvedimento non è ancora stato reso noto ufficialmente, tuttavia dal comunicato di Agcom ne emergono chiaramente gli aspetti principali, volti a tutelare il diritto d'autore ma non in maniera così drammatica come si era ritenuto in un primo momento.
Qualora il gestore del sito non rimuova i contenuti, o comunuqe non si giunga a una soluzione soddisfacente per le parti, ciascuna di queste potrà rivolgersi nuovamente all'Agcom che avvierà un contraddittorio di 10 giorni.
Successivamente l'Agcom potrà ordinare - nei successivi 20 giorni, prorogabili di altri 15 - la rimozione dei contenuti ritenuti illegittimi (o il loro ripristino, a seconda di quale richiesta giudichi fondata).
L'Agcom sottolinea comunque che questa procedura è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria, e si arresta qualora una delle parti - in qualsiasi momento - ricorra alla magistratura. Inoltre i provvedimenti dell'autorità saranno comunque impugnabili davanti al Tar del Lazio.
Agcom dichiara poi che, sulla base del fair use, la procedura non riguarda i siti amatoriali (ovvero quelli non aventi finalità commerciale o scopo di lucro); l'esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o discussione; l'uso didattico e scientifico; la riproduzione parziale del contenuto rispetto all'opera integrale. Inoltre viene dichiarato esplicitamente che la procedura non riguarderà l'utenza del peer to peer.
Per quanto riguarda i siti esteri, infine, la procedura è la stessa; nel caso il sito non ottemperi alla richiesta di rimozione, però, la competenza del caso passerà all'autorità giudiziaria.
Sono arrivati i primi commenti: Paolo Gentiloni (PD) ha affermato: «La delibera Agcom contiene alcune correzioni di rotta, ma non ancora il necessario punto di equilibrio tra tutela delle opere dell'ingegno e diritti di libertà della Rete».
Più critico Vincenzo Vita (PD): «Come volevasi dimostrare il tutto era già stato deciso. Qualche modifica c'è stata, parrebbe. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni "warning". Il periodo del contraddittorio passa a 15 giorni, anziché i 5 previsti. Poi, però, incombe la censura».
Sempre Vita invoca una discussione parlamentare: «Rimane intatto l'abnorme problema delle competenze, profilandosi un vero e proprio conflitto di attribuzione. Comunque, oggi è un brutto giorno per la libertà della Rete. E' a quest'ultima ora e al Parlamento che deve passare la parola».
Critiche anche da Antonio di Pietro (IDV): «L'Authority pone un bavaglio alla Rete, unico baluardo della democrazia in questi tempi bui e strumento fondamentale che ha veicolato le informazioni sui referendum». All'Agcom «resta un potere di rimozione dai siti web dei contenuti, su valutazioni discrezionali, con sanzioni che arrivano a 250 mila euro».
Di Pietro richiama l'attenzione sulla composizione dell'Agcom: «Ha confermato ancora una volta di non essere fuori dal gioco ma di farne parte. Anche per questo occorre rivedere la composizione e la natura stessa di questo organo che potrebbe essere costituito da un garante unico e indipendente dalla politica».
Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, è più prudente: «Ci sono aspetti molto positivi nel regolamento appena approvato, ma ritengo che meriti un approfondimento il complesso meccanismo individuato per indurre la rimozione dei contenuti coperti da diritto d'autore».
Roberto Cassinelli (PDL) sottolinea l'importanza della protesta della Rete: «Non è possibile dare un giudizio definitivo fino a quando il testo non sarà reso pubblico, ma quanto trapela in queste ore sembra essere un passo avanti. Il merito è solo degli internauti italiani: non è stato tanto rumore per nulla».
Tra le reazioni positive c'è quella della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), che parla di «soluzione trasparente ed equilibrata: i timori della vigilia e le polemiche spesso strumentali sembrano fugati», sottolineando però che «rimane il problema di come conciliare la tutela della libertà della Rete con quella del diritto d'autore contro sfruttamenti commerciali o di profitto».
Positivo, infine, non poteva essere il commento dello stesso Calabrò: «Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell'Autorità e sul rapporto tra l'intervento amministrativo e i preminenti poteri dell'Autorità giudiziaria. L'articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti».
«È nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro. In questo spirito ho anche dato la mia disponibilità a un'audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno».
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