Il Ministro Urbani rinuncia alle sanzioni che voleva nel suo Decreto contro il file-sharing di film senza scopo di lucro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-04-2004]
E alla fine Urbani ha ceduto! Nei giorni scorsi sia il deputato ed "ideologo" di Forza Italia, Nando Adornato, Presidente della Commissione Cultura della Camera, che il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, avevano espresso la loro volontà di eliminare dal Decreto Urbani la parte relativa alle sanzioni per chi scarica o scambia sulla Rete i film per uso personale e non commerciale.
Così Giuliano Urbani, isolato nel Governo e dal suo stesso partito, ha chiesto formalmente ed ufficialmente, ai deputati della Commissione Cultura, di abolire questa parte, così controversa e contestata, del suo Decreto Anti-pirateria: niente più 1.500 Euro di multa, confisca del Pc, e la cosidetta "gogna mediatica", cioè la pubblicazione sui principali quotidiani del nome dei rei di "pirateria domestica". Questa decisione del Ministro ha convinto l'opposizione a ritirare una mozione con cui chiedeva alla Camera di respingere il Decreto perché carente dei requisiti di costituzionalità.
Ora il Decreto prosegue il suo iter presso la stessa Commissione: sembra unanime la volontà di estendere la sua competenza alla repressione della "pirateria on line" di opere letterarie, musica e software mentre rimane tutto da chiarire e discutere l'aspetto dei compiti per gli Internet Provider.
Tra l'altro la deputato e diva Tv Gabriella Carlucci ha chiesto che venga introdotta in Italia una tassa sui servizi di connettività a banda larga, da riversare alla Siae, come esiste in Canada, per rifondere la perdita dei diritti di autore per il filesharing senza scopi di lucro.
Il rischio è, però, che i Provider scarichino sulle spalle dei loro clienti questo nuovo costo e una tassa del genere dovrebbe essere introdotto solo, in concomitanza, con provvedimenti che agevolino e non scoraggino la diffusione della banda larga. Per esempio, Francia e Germania, si sono accordate per chiedere all'Europa la riduzione al 4% dell'Iva per i ristoranti perché l'Italia non chiede una misura analoga per i servizi Internet in banda larga?
La scelta di Urbani di ritornare sui suoi passi è un frutto della mobilitazione della Rete italiana: dai ragazzi del Linux Group di Sassari con le loro decine di migliaia di firme, alla mobilitazione di numerose webzine, tra cui Zeus News. Una protesta ripresa e sostenuta da media importanti come il quotidiano La Stampa e il settimanale L'Espresso, da associazioni dei consumatori come Altroconsumo e Adiconsum, e sostenuta dall'opposizione parlamentare di uomini come il senatore verde Fiorello Cortiana e il gruppo dei Ds.
I rischi per la libertà e la privacy degli utenti Internet italiani non iniziano e terminano con le vicende del Decreto Urbani e, perciò, si spera che questa capacità di fare lobbyng ed essere una "lobby democratica e popolare" che la Rete italiana ha saputo esprimere non si disperda ma, semmai, si rafforzi.
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