Il Governo scippa i poteri dell'Authority per le Tlc

Ripresi i poteri di sorveglianza sul mercato delle Tlc che erano dell'Authority: una vera controriforma.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-01-2004]

Un po'in sordina alla fine, con un decreto legge di questi giorni, il Governo Berlusconi ha ridato al Ministro Gasparri quei poteri di vigilanza sul mercato delle Tlc italiane, della telefonia fissa e mobile e degli Isp che la legge istitutiva dell'Authority per le Comunicazioni aveva affidato a questo organismo tecnico indipendente; il cui Presidente è nominato dai Presidenti delle Camere, figure istituzionali di garanzia, mentre il Collegio è eletto dalle Camere con una rappresentanza della minoranza di opposizione.

Con questa scelta il Ministro Gasparri attua il suo personale programma di svuotamento dell'Authority che aveva anticipato, già 2 anni fa, al momento del suo insediamento in questo Ministero delle Comunicazioni, un Ministero che la riforma della Pubblica Amministrazione, la cosiddetta legge Bassanini, aveva abolito e che era stato reintrodotto nel Governo Berlusconi per saziare la fame di posti di tutti i partiti che lo sostengono.

Così l'Authority, che avrebbe dovuto inglobare anche i poteri di vigilanza sul mercato postale, perde invece anche quelli importanti di vigilanza sul mercato delle Tlc.

Fin dall'inizio il Ministro Gasparri aveva dimostrato insofferenza per il lavoro svolto dall'Authority presieduta da Enzo Cheli: non solo per le critiche pubblicamente espresse sulla legge, proposta e chiamata con il suo nome, di riforma del sistema radiotelevisivo (rilievi poi ripresi dal Presidente Ciampi nel messaggio in cui motivava la sua decisione di non poterla sottoscrivere), ma anche per l'approccio diverso che il Ministro Gasparri e l'Authority tengono rispetto alla liberalizzazione delle Tlc.

Per l'Authority la concorrenza nella telefonia fissa e mobile deve ancora crescere, si deve fare attenzione alle posizioni dominanti di Telecom Italia ma anche di altri, per esempio Wind in Internet, e le tariffe possono e devono ancora scendere.

Per Gasparri ormai la concorrenza è già più che sufficiente, bisogna guardare con un occhio di riguardo ai grandi operatori nazionali, non c'è un particolare problema per le tariffe telefoniche.

Sono 2 modi diversi di vedere il mercato delle Tlc e le sue dinamiche in Italia, ed è chiaro che, con questo "scippo" di competenze, prevarrà la linea del Ministro Gasparri.

Il problema è che, mentre con fatica e nel tempo, l'Authority per le Comunicazioni si era dotata con fatica di strumenti tecnici e di risorse umane specializzate per monitorare il mercato delle Tlc, la struttura burocratica del Ministero delle Comunicazioni non possiede questo tipo di personale e una struttura interna ad hoc che dovrà essere creata con dispersione di energie e maggiori costi.

Poi c'è un problema di visuale distorta anche perché all'Authority rimane la tutela dei consumatori delle Tlc, delegata in parte ai CoreCom regionali, di conciliazione e gestione delle controversie utenti di telefonia e Internet e gestori; e non è bene separare vigilanza sulla concorrenza e tutela dei consumatori.

Inoltre, il Governo da una parte dovrebbe vigilare sulla concorrenza nelle Tlc, attraverso il Ministero delle Comunicazioni e, contemporaneamente, giocare sul mercato attraverso il secondo grande operatore italiano che è la Wind, interamente controllata dallo Stato.

La stessa legge Gasparri affida all'Authority, congiuntamente all'Antitrust, il compito di vigilare sulla ripartizione delle risorse del sistema delle comunicazioni globalmente inteso (il famoso SIC), cioè Tv, giornali, ma anche telefonia e Internet ma poi lo stesso Gasparri toglie all'Authority il potere di vigilare sul mercato: in questo caso Gasparri dovrebbe mettersi d'accordo con Gasparri e capire quello che vuole.

La Gasparri affida anche al Governo la nomina del Presidente della Rai ed una parte del suo Consiglio d'Amministrazione; ed anche questo è un conflitto di interessi: la Rai non è e non sarà estranea ai processi di convergenza tra Tv e telefonia.

In più si aggiunge, ciliegina sulla torta, il conflitto di interessi determinato dal fatto che il Capo del Governo è anche azionista importante di uno dei maggiori gestori di Tlc italiane che è Albacom: finora il conflitto era assente perché la vigilanza sul mercato la svolgeva un organismo indipendente sottoposto a tutto il Parlamento.

Con questa decisione il Governo ci allontana dall'Europa: mentre in Gran Bretagna il "regolatore" che è l'OfCom (già Oftel) è sempre più importante ed autorevole e così in Francia l'analogo organismo, in Italia si fa un passo indietro.

Come non ricordare che negli Usa un organismo simile, cioè la FCC, presieduto dal figlio di Colin Powell (Segretario di Stato di Bush), ha avuto il coraggio anche di contraddire alcune linee che l'Amministrazione Bush voleva portare avanti, di minore rigore contro gli oligopoli?

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (3)

Sergio
E' facile scrivere...inesattezze! Leggi tutto
26-1-2004 13:33

Pier Luigi Tolardo
Le Bugie..... Leggi tutto
26-1-2004 12:21

Gianni
Ministeri Leggi tutto
26-1-2004 12:07

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