Come funzionano quegli apparecchietti che il vostro datore di lavoro vi fa installare sulla macchina e registrano ogni vostro spostamento. Potenzialità oltre i limiti della legalità.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-01-2004]
Prosegue il viaggio ideale di Zeus News sulle tecnologie usate per controllarci, in violazione o aggiramento delle leggi sulla tutela della privacy, dei principi di riservatezza e dei diritti sindacali. In questo articolo abbiamo discusso della perfida unione tra codici a barre e tessere premio nei supermercati, per schedare i nostri consumi; in quest'altro abbiamo scoperto in quanti e quali modi si può controllare l'operato dei lavoratori nei call-center; in quest'ultimo abbiamo dato conto dell'ultima trovata del governo in materia di controllo del traffico internet.
Oggi parliamo dell'unione tra le tecnologie GPS e GSM (SMS o GPRS). Dietro queste sigle incomprensibili ai meno tecnici, ci sono tutta una serie di magici apparecchietti che, combinati in un mix diabolico, generano delle macchine allo stesso tempo fantastiche e inquietanti.
Ma andiamo con ordine: GPS (Global Positioning System) è quella tecnologia che permette di individuare con esattezza la propria posizione sulla superficie terrestre. Avvalendosi di una rete di 24 satelliti orbitanti attorno alla Terra a circa 20.000 chilometri di altezza, gestiti dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, permette di rilevare accurate indicazioni riguardo la propria posizione, velocità e direzione di marcia. Molte informazioni qui.
Se a questo apparecchio aggiungiamo un volgare telefonino cellulare GSM, questa macchina potrà mandare a chicchessia un messaggio SMS. Non quelli nostri soliti, del tipo "TVB paper8", ma con dei numeri, corrispondenti alla posizione registrata dal ricevitore GPS. O meglio, alle posizioni registrate dalla macchina negli ultimi dieci minuti, in modo da ricostruire un percorso. Ancora, se il telefonino in questione è abilitato, è possibile trasmettere questi dati in tempo reale, senza la laboriosa architettura dei messaggini SMS, utilizzando il GPRS, quello che grossolanamente può essere definito il canale dati della rete GSM.
Interessante, no? Le applicazioni sono molteplici: se l'installatore trova all'interno del mezzo un buon nascondiglio per l'apparecchio, è un ottimo antifurto, che aiuterà le indagini della polizia segnalando costantemente la posizione del veicolo rubato. Oltre a questo, le aziende di trasporto potranno conoscere, e far conoscre al cliente, lo stato della consegna in tempo reale.
Sono nate aziende che forniscono servizi alle "flotte aziendali". Installando un GPS-GSM corredato di computer palmare su tutti i mezzi, sarà possibile accedere ad una serie di tools: dal reporting (una specie di traccia dell'attività del mezzo con chilometri, soste, etc.) al messaging (per raggiungere tutti i veicoli con un solo SMS), dalla localizzazione alla programmazione delle consegne (entrambe in tempo reale) oltre, naturalmente, alla navigazione satellitare.
Alcune di queste aziende installano gratuitamente a chi ne fa richiesta l'apparecchio GPS-GSM, fornendo gratuitamente l'assistenza per la localizzazione in caso di furto. Ovviamente, non è una pia opera di carità, perchè l'azienda ricava una serie di informazioni (come il traffico, per esempio, se riesce ad installarne un congruo numero), ma soprattutto un potenziale cliente per i propri servizi. Basterà infatti aggiungere all'apparato un computer palmare e saranno abilitati tutti i servizi (a pagamento) di cui sopra.
Ma la potenza di questa tecnologia permette anche utilizzi non ortodossi. E noi nutriamo qualche perplessità sull'installare una spia così efficace nella nostra auto, senza avere il controllo sui dati da esso inviati (a chi vengono inviati, come li elabora, per quanto tempo li conserva?). Un caso particolare dimostra che c'è già chi cerca di utilizzare questi strumenti per controllare indebitamente altre persone.
Vittorio fa l'elettrauto. Ha ricevuto l'incarico di installare questi apparecchi alle "flotte aziendali" che ne fanno richiesta. Ma Vittorio non lavora sugli autocarri. Il 90% di queste installazioni riguardano infatti vetture private di agenti di commercio. Qui nascono le prime perplessità: i contratti in essere tra azienda e agente di commercio non contemplano l'obbligo di un certo numero di visite a certi orari a certi clienti, né tantomeno consentono il controllo di queste attività da parte del committente; tutto è affidato alla piena autonomia dell'agente.
Il nostro Vittorio non è un piantagrane: esegue i lavori assegnati e non si fa troppe domande. In fondo, se l'agente di commercio accetta di essere controllato, sono affari suoi. Vabbe', magari non ha il potere contrattuale per rifiutarsi, ma almeno è consapevole di essere costantemente monitorato, anche quando lascia la macchina in garage, o quando porta i figli in piscina, o si ferma a mangiare dalla mamma.
Ma a tutto c'è un limite, anche per la scorza dura di Vittorio: "Quando l'agente mi prende in disparte e mi chiede se, sì insomma, potrebbe essere controllato nei suoi spostamenti, capisco che è tutto un imbroglio. Gli fanno credere che è un normale navigatore satellitare, che serve solo a migliorare la sua efficienza. Spesso lo fanno contribuire alle spese di acquisto e installazione."
In queste situazioni, anche quelli come Vittorio devono dire la verità: "Ma mi raccomando a loro, non devono fare il mio nome. Io non ho detto niente".
La morale è sempre la stessa: una tecnologia non è buona o cattiva in sé, ma cattivo può essere il modo in cui la si utilizza. Per esempio, il codice a barre, con i suoi lettori ottici, è un utile sistema di catalogazione e immagazzinamento prodotti, univoco e standard. Ma può diventare una micidiale arma di controllo e condizionamento delle nostre abitudini di consumo. Possiamo scegliere se rifiutarla o subirla. L'importante è esserne consapevoli.
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