Una foto in circolazione su Internet ritrae ciò che sembra essere l'interno della caserma dei Carabinieri a Nassiriya. La foto mostra un tricolore appeso al muro, con la dicitura "Camerati italiani".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-12-2003]
Vista la quantità di richieste, ho condotto un'indagine preliminare su una foto in circolazione su Internet, che ritrae ciò che sembra essere l'interno della caserma dei Carabinieri a Nassiriya (Iraq) poco dopo l'attentato che il 12 novembre 2003 ha causato diciannove vittime nel contingente italiano. La foto mostra, su un muro, un tricolore sopra il quale è stato applicato un drappo recante un simbolo dell'era fascista, che include la dicitura "Camerati italiani".
L'immagine non presenta segni evidenti di fotoritocco, è stata pubblicata da alcune riviste, ed è oggetto di un'interrogazione parlamentare. Non si tratta, insomma, di una foto che circola soltanto in Rete, anche se sappiamo benissimo da altri casi che la pubblicazione su giornali non è garanzia assoluta di autenticità, né lo è un'interrogazione parlamentare.
Una discussione sul sito Indymedia fornisce molti elementi utili. Per esempio, viene indicato un sito che ospita una versione più completa e a maggiore risoluzione dell'immagine.
Queste stesse parole indicano che questa scansione non mostra l'intero reportage, dato che manca appunto l'immagine della Delprino. Inoltre c'è un numero di pagina, il 17, che potrebbe essere un'altra indicazione utile. Infine si nota, sul materasso superiore sinistro, la dicitura "CARABINIERI", che sembra confermare che si tratti di locali allestiti dai Carabinieri, presumibilmente appunto a Nassiriya.
Secondo un utente di Indymedia, la pagina sarebbe tratta dalla rivista Chi n°48/26 di novembre 2003: l'articolo di Antonella Delprino inizierebbe a pagina 16 e proseguirebbe fino a pagina 20. Questa indicazione è confermata da un articolo de l'Unità dei primi di dicembre (probabilmente il 3/12/2003), disponibile anche nella rassegna stampa del Ministero della Difesa.
L'articolo de l'Unità afferma che "due senatori dei Democratici di sinistra, Aleandro Longhi e Angelo Flammia [...] hanno presentato una interrogazione al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro della Difesa Antonio Martino."
L'interrogazione, datata 2 dicembre 2003, è disponibile presso il sito del Parlamento italiano e conferma la pubblicazione della foto sul numero 48 del settimanale Chi del 26 novembre 2003. Non ho trovato, per il momento, il testo della risposta all'interrogazione, che secondo gli archivi del Senato ha il numero di riferimento 4-05714 (o almeno così mi pare di capire) ed è stata presentata nella 498ma seduta pubblica tenuta appunto il 2 dicembre 2003.
Tuttavia, a voler essere scettici fino in fondo, anche l'esistenza di un'interrogazione non è una conferma assoluta della foto: non sarebbe la prima volta che viene presentata un'interrogazione a proposito di una bufala pescata in Internet e di cui un parlamentare si è ingenuamente fidato. Mi riferisco alla bufala del numero di telefono 0141-455414.
Resta insomma da vedere se la foto da cui scaturiscono articoli e interrogazione è autentica. Come dicevo, non ci sono segni vistosi di fotoritocco. C'è chi invece avanza dubbi sull'autenticità dell'immagine in base a considerazioni fisiche: come ha potuto reggere in perfette condizioni il tricolore mentre tutto quello che la circonda reca evidenti segni di devastazione? Non avrebbe dovuto subire danni nella deflagrazione, come tutti gli altri oggetti visibili nella foto e persino il muro che regge la bandiera?
In realtà non è implausibile che la bandiera abbia retto senza danni. E' un oggetto flessibile, che può essere stato scosso dall'onda d'urto per poi riassestarsi. Inoltre, se guardate bene l'immagine, notate che la bandiera è appesa a un filo teso orizzontalmente, fissato al muro in due punti vicino agli angoli superiori del drappo, e che il simbolo fascista è a sua volta appeso a un filo fissato agli stessi due punti. Questa installazione sospesa e flessibile l'avrebbe probabilmente protetta dalla violenza dell'esplosione. Quindi non è ragionevole smentire la foto sulla base di quest'ipotesi.
Ho comunque contattato il 19/12/2003 la redazione di Chi per avere maggiori ragguagli sull'origine della foto e sono in attesa di risposta.
Secondo alcuni utenti di Indymedia, esisterebbe anche un filmato della stessa scena, trasmesso in televisione a suo tempo, in cui "si vedeva benissimo la bandiera fascista al capezzale delle brande", e ai primi di dicembre 2003 un programma Mediaset avrebbe mostrato Paolo Cento (dei Verdi), che avrebbe mostrato la foto dal settimanale "Chi" dicendo che verrà presentata un'interrogazione parlamentare. Se qualcuno ne sa di più e magari ha una registrazione del filmato, si faccia vivo, grazie. L'indagine completa e le foto sono a vostra disposizione qui.
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