Ottenuto finalmente il visto per l'ingresso negli Stati Uniti, Dmitry Sklyarov depone al processo Elcomsoft. Creando qualche imbarazzo all'accusa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2002]
Circa un anno e mezzo fa, Dmitry Sklyarov veniva arrestato a Las Vegas dal F.B.I. per violazione del DMCA, la legge statunitense sul copyright. Il crittografo e programmatore moscovita era accusato di essere l'autore di un programma in grado di decrittare gli e-book di Adobe, rendendoli pienamente fruibili ai loro acquirenti (ed eventualmente duplicabili) in barba ai limiti imposti per via digitale dalla stessa Adobe.
Il programma, detto Advanced eBook Processor, era stato prodotto a Mosca (Sklyarov è cittadino russo) in piena legalità: la decisione della Elcomsoft, impresa per la quale Dmitry lavorava, di venderlo su Internet scatenava l'ira funesta di Adobe, dalla quale partiva una denuncia contro ditta e impiegato. Questa l'origine di una vicenda davvero grottesca: Sklyarov, arrestato e poi rilasciato su cauzione ma costretto a rimanere negli Stati Uniti, veniva prosciolto dalle accuse a suo carico un anno fa, in cambio della sua disponibilità a testimoniare contro la Elcomsoft (ma forse anche grazie al vasto movimento mondiale di opinione in suo sostegno, che aveva addirittura indotto Adobe a ritirare la denuncia).
Il processo, ora alle sue battute iniziali, aveva rischiato un rinvio a causa dell'assurda decisione del Dipartimeto di Stato di negare il visto d'ingresso tanto a Sklyarov, testimone chiave, quanto a Vladimir Katalov, legale rappresentante dell'imputata Elcomsoft. Probabilmente si è trattato semplicemente di un equivoco: ottenuto il visto, i due hanno potuto raggiungere San Jose (California) e rendere la loro prima testimonianza.
Si tratta di un'affermazione chiave, che sottolinea come, ancora una volta, la corsa della tecnologia sia assai più veloce di quella del diritto. Internet rappresenta una realtà globale, senza confini, nella quale ogni azione si riconduce, alla fine, a flussi di informazioni in formato digitale. La Rete ricopre con le sue fitte maglie virtuali porzioni sempre più estese di un mondo reale che, per contrasto, appare ancora più frammentato: se i governi delle nazioni interessate dal fenomeno Internet non sono stati ancora in grado (ammesso che ci abbiano provato o anche solo pensato) di elaborare una legislazione comune da applicare alla massa delle transazioni in Rete, indipendente dai luoghi fisici di origine e destinazione, come si può pretendere che i singoli individui conoscano le normative in vigore in ciascuno di questi? Quand'anche ciò fosse, in molti casi forse non sarebbe possibile rispettarle tutte contemporaneamente. Dovrebbe perciò essere accettato almeno il principio, dettato dal semplice buon senso, che i reati possano essere contestati solo a chi li commette là ove essi sono definiti.
In altre parole, Sklyarov dovrebbe essere considerato libero di scrivere a Mosca l'Advanced eBook Processor, se la legge russa lo consente, e la Elcomsoft libera di venderlo in Rete: negli Stati Uniti risulterà perseguibile chi, in territorio statunitense, acquisti e utilizzi il programma. Ma, come Dmitry ha imparato a proprie spese, così non è: gli interessi dei potentati economici sono, evidentemente, considerati di gran lunga più importante del rispetto del buon senso e dei diritti umani.
Ma Sklyarov è andato oltre, dichiarando di avere realizzato il suo "grimaldello" con l'obiettivo di consentire il pieno godimento degli ebook da parte dei loro legittimi acquirenti. Si rende conto, Dmitry, che tale strumento si presta anche ad usi illegittimi, ma, come ancora una volta il buon senso vorrebbe, ritiene che di qualsiasi cosa vada giudicato l'utilizzo che effettivamente se ne fa, non quelli potenziali, né tantomeno alcuni in particolare tra questi: anche un'automobile può essere deliberatamente usata per uccidere, ma non per questo l'umanità circola appiedata.
Sciocchezze? Mica tanto. Il "motore crittoanalitico" dell'Advanced eBook Processor è il medesimo utilizzato in precedenza da Dmitry per dare vita ad un altro suo programma, anch'esso commercializzato da Elcomsoft, in grado di recuperare le password utilizzate per proteggere i documenti PDF e poi dimenticate: negli Stati Uniti l'Advanced PDF Password Recovery (questo il nome del programma) non è considerato illegale. Tant'è che tra gli acquirenti statunitensi figurano Microsoft, Motorola e, guarda un po', proprio il F.B.I..
Grande Dmitry. Uno a zero, palla al centro.
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