Sarà che tollero poco la pubblicità e diffido del marketing. Sarà che non amo l'ostentazione e l'esibizione. Sarà semplicemente l'età. Ma nel percorrere e ripercorrere in lungo e in largo i non so più quanti mila metri quadrati del CeBIT, la curiosità ha ben presto lasciato il posto ad una sensazione di inutilità e confusione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-03-2002]
Si, perché alla fine quasi tutto era già visto, normale, scontato. Forse la lezione di mamma Microsoft, maestra dell'annuncio sapientemente anticipato, è stata appresa con profitto e messa in pratica da molti, col risultato di tagliare le gambe alle novità vere: la prima giornata di pellegrinaggio e svariati chilometri di passeggiata non sono bastati per scovare qualcosa che davvero suscitasse meraviglia o, più semplicemente, entusiasmo.
Contraddizione in termini, si è materializzato il vuoto. Torme di persone ad azzuffarsi per arraffare un portachiavi. Coda per accaparrarsi un peluche. Calca di giovani e non più giovani a sorbirsi lo show dell'imbonitore di turno, spiccando balzi impensabili per acchiappare le caramelle da costui lanciate: naturalmente con il marchio dell'azienda sulle cartine.
Trampolieri travestiti da robot. Duduk e balalaike. Ricchi premi e cotillons. Stand travestiti da banchetto del fruttivendolo. Aree espositive enormi, con tanto di pavimento in palchetto, luci e suoni da luna park, semideserti. Bugigattoli microscopici stipati di tecnici taiwanesi. Espositori americani, armati di cassettina per le offerte a favore delle vittime delle torri gemelle. Una grande, anzi, enorme fiera di paese, con tanto di chioschetti a proporre la specialità locale: wurstel alla brace in salsa piccante.
E... la sicurezza? Il tuo device implementa qualche forma di crittografia? "Users don't care", è la risposta quasi unanime: "Users want speed and connectivity". Davvero agli utenti non interessa che tutto quello che viaggia sulla loro LAN possa essere intercettato da qualcuno che se ne sta comodamente seduto in auto fuori dal palazzo? Irresponsabili. O forse, più semplicemente, inconsapevoli.
Poi c'è chi i cavi ancora li usa, ma non quelli soliti: trasmissione delle telefonate su IP. Già visto, ma stavolta c'è qualcosa di particolare: il segnale passa sulla rete elettrica. Dimostrazione di chiamata da cellulare a telefono fisso, bello, solo un leggero ritardo del segnale, lieve tocco di asincronicità nella conversazione. Però bello. Si può fare anche Internet? No, solo telefonia. No, niente utenza privata, trattiamo solo con imprese di grandi dimensioni. Già, immagino che possano pagare di più.
Altri filoni: riconoscimento vocale e domotica. Se ne parla da anni, finalmente qualcosa di concreto si vede. Un database di fonemi che, combinati opportunamente, possono riscostruire il vocabolario di un certo numero di lingue. Oppure, un browser che visualizza icone a forma di lampadina: clicchi su una e, lì accanto, si accende una lampadina vera. Riclicchi, e la lampadina si spegne: carino assai. Pensa, mi dice il tizio, puoi accendere il forno uscendo dall'ufficio e trovare la pizza pronta quando arrivi a casa. Grazie, ma la pizza mi piace cotta nel forno a legna: sono un italiota, e per di più retrogrado.
Insomma, alla fine della prima giornata, la palma di novità d'effetto spetta ad un monitor LCD per sommozzatori: un rubinetto gli rovescia addosso un bel getto d'acqua e quello continua imperterrito a funzionare. Due soli produttori in tutto il padiglione, accomunati dallo slogan: usate il vostro computer anche all'aperto, con qualsiasi tempo. Era ora che qualcuno ci pensasse.
Questo articolo CONTINUA...
1 - Illusione e disillusione
2 - Telefonini spaziali
3 - Obiettivo Linux
4 - La sorpresa più bella
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