Il viaggio verso Marte rischia di devastare i reni degli astronauti

Secondo un recente studio, i viaggi spaziali sono dannosissimi per i reni.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-06-2024]

marte reni spazio
Immagine generata con DiffusionArt.

Riusciranno un giorno gli esseri umani a colonizzare Marte? Secondo Elon Musk - peraltro noto per previsioni eccessivamente ottimistiche - potremmo farcela in appena 10 anni; anche la Nasa pensa di sì, ma non indica un termine di tempo.

Il problema, però, potrebbe essere non tanto raggiungere il pianeta rosso, quanto riuscire a farlo con dei reni ancora funzionanti.

Uno studio condotto da ricercatori dello University College London ha infatti scoperto che i voli spaziali alterano la struttura e la funzionalità dei reni, cui le radiazioni alle quali si è esposti nello spazio danno poi il colpo di grazia infliggendo danni permanenti.

«Se non troveremo dei modi nuovi per proteggere i reni, io credo che un astronauta possa arrivare a Marte, ma anche che avrà bisogno della dialisi quando tornerà» afferma il dottor Keith Siew, primo autore dello studio.

«Sappiamo che i reni impiegano tempo a mostrare segni di danni da radiazioni» ha aggiunto. «Quando diventano visibile, probabilmente è già troppo tardi per prevenire l'insorgere di insufficienza renale, fenomeno catastrofico per le possibilità di successo della missione».

Che i voli spaziali non fossero esattamente un toccasana per quanti vi partecipano e che, anzi, causino problemi di salute, è noto per lo meno dagli anni '70: fenomeni come perdita di massa ossea, indebolimento di cuore e vista, e sviluppo di calcoli renali sono conosciuti, e si ipotizza che a causarli siano il vento solare e i raggi cosmici.

Quanti restano sulla Terra sono protetti dal campo magnetico del nostro pianeta; gli astronauti, però, devono per forza rinunciare a quella protezione.

Una breve esposizione causa sintomi non troppo gravi; ma il viaggio verso Marte richiede mesi, e i danni non possono che essere seri.

Il professor Stephen Walsh, altro autore dello studio, afferma che per evitare i danni alla salute non sarebbe sufficiente schermare gli astronauti durante il volo; potrebbe però essere possibile sviluppare dei farmaci, o delle «soluzioni tecnologiche» che consentano i lunghi viaggi spaziali.

Peraltro «qualsiasi medicina sviluppata per gli astronauti può essere benefica anche per chi resta sulla Terra; per esempio potremmo scoprire come insegnare ai reni dei malati di cancro come sopportare una radioterapia ad alto dosaggio» ha commentato il professor Walsh.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 14)

{Carlo}
L’ideale è un veicolo a forma di torre, come un missile con alloggi e vani utili su più piani interni, che parte con accelerazione 1g per metà del viaggio di andata seguita da rotazione della nave di 180 gradi e decelerazione altrettanto 1g per la seconda del viaggio. Idem al ritorno. Agli astronauti... Leggi tutto
24-7-2024 23:04

mi piacerebbe molto approfondire ma le mie capacità intellettive si sono fermate già molto più indietro di così :lol: :lol:
2-7-2024 10:14

Non è che fisici in questo momento non stiano dibattendo tra di loro, anche mandandosi a quel paese a male parole ( quasi sempre scritte in inglese, ma con insulti presi a prestito da altre lingue, prestito linguistico :twisted: ) sul problema dell'inerzia, e sul fatto che essa, che dovrebbe correlarsi alla massa, e quindi essere nulla... Leggi tutto
28-6-2024 17:33

quindi una accelerazione angolare sarebbe percepita ma una lineare no? onestamente non mi convince... se esiste il momento di inerzia, come fa a non esserci inerzia? :?
28-6-2024 15:11

se il moto e rettilineo uniforme si. Le variazioni angolari si sentono invece, anche in assenza di campi gravitazionali, se una astronave avesse la possibilità di cambiare istantaneamente il suo angolo di rotta, l'equipaggio avrebbe tutti gli effetti comici del caso! :twisted:
27-6-2024 17:53

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