Grazie all'architettura multiprocesso il browser del panda tornerà a essere competitivo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2016]
Nel corso degli anni Firefox ha assunto per diversi utenti la nomea di browser pesante e lento. Non che altri software come Chrome non abbiano ricevuto le medesime lamentele, ma bisogna ammettere che su qualche aspetto Firefox è rimasto indietro rispetto alla concorrenza.
In particolare, il browser del panda si dimostra piuttosto carente quando si vanno a considerare le sue capacità multi-processo: mentre altri sono riusciti nel compito di suddividere i processi, con vantaggi per la sicurezza e le prestazioni, Firefox ha soltanto iniziato a muovere i primi passi in questo senso dalla versione 48.
Con la versione 51, in uscita a gennaio, Mozilla promette però che tutto cambierà: finalmente ci sarà una vera suddivisione dei compiti e ogni scheda, ogni estensione e parti come il motore JavaScript avranno ognuna il proprio processo.
In questo modo ne guadagnerà la stabilità: la morte del processo che gestisce il motore di rendering in una scheda, per esempio, non causerà la prematura dipartita dell'intero browser. Invece, sarà soltanto quella scheda a soffrirne, e il resto continuerà a funzionare come sempre.
Asa Dotzler, di Mozilla, spiega: «L'obiettivo è ottenere il massimo dall'architettura multiprocesso, migliorando le prestazioni dove possibile e minimizzando l'impatto nel caso di crash di un processo».
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Inoltre, ciò apre la possibilità di far girare i processi all'interno di sandbox, dalle quali non potranno fare danni al resto del sistema: se anche un componente ha una vulnerabilità, quando detto componente si trova rinchiuso in una sandbox chi la sfrutta non può raggiungere parti più vitali del sistema.
Il guadagno sul fronte delle prestazioni è un altro punto che sta molto a cuore a Mozilla.
Già con i limitati interventi fatti in Firefox 50, che ha introdotto processi separati per il rendering, Mozilla afferma di aver registrato miglioramenti del 400% nella velocità del browser, proprio grazie alla separazione dei processi che gestiscono il motore di rendering e il resto del browser. Durante i caricamenti delle pagine, il browser sarebbe diventato più rapido addirittura del 700%.
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