Ora il social network rischia una multa pari all'1% del fatturato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-12-2016]
Nel 2014, quando Facebook si accinse ad acquisire WhatsApp, prima del grande passo dovette ricevere l'ok dei vari organismi di controllo.
Per ottenere il via libera da parte dell'Unione Europea, Facebook si impegnò in una solenne promessa: affermò che non sarebbe mai strato in grado di far corrispondere, in automatico, gli account dell'app con gli account del social network.
L'Europa credette alla promessa ma le cose andarono poi in modo molto diverso, con le conseguenze che sappiamo. Così, ora la Commissione Europea, la cui versione abbiano sinora raccontato, afferma a gran voce di essere stata imbrogliata.
«Le aziende sono obbligate a fornire alla Commissione informazioni accurate durante le indagini sulle fusioni» ha dichiarato Margrethe Vestager, responsabile delle politiche sulla concorrenza all'interno dell'Unione.
«In questo caso specifico» - ha continua Vestager - «l'opinione preliminare della Commissione è che Facebook ci abbia dato informazioni errate o fuorvianti durante le indagini per la sua acquisizione di WhatsApp. Ora Facebook ha la possibilità di rispondere».
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Il cuore della questione è che nel 2014 Facebook avrebbe definito «tecnicamente impossibile» far corrispondere gli ID degli utenti del social network con quelli degli utenti di WhatsApp, cosa rivelatasi invece fattibile: secondo la Commissione tale fattibilità era già evidente nel 2014, ma sarebbe stata tenuta nascosta agli enti di controllo.
Ora Facebook ha tempo fino al 31 gennaio 2017 per rispondere a quest'accusa che, se verrà provata, potrebbe tradursi in una multa che potrà arrivare sino all'1% del fatturato di Facebook.
Dal canto proprio, il social network di Mark Zuckerberg ritiene di non aver fatto nulla di male: «Abbiamo sempre fornito informazioni precise riguardanti le nostre possibilità tecniche e i nostri piani, anche nel caso dell'acquisizione di WhatsApp e nelle riunioni volontarie precedenti l'aggiornamento della policy sulla privacy di WhatsApp, che ha avuto luogo quest'anno».
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