Ma per l'azienda la colpa sarebbe della noncuranza degli utenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-06-2016]
Sono settimane di fuoco per TeamViewer, il popolare software per il controllo remoto dei PC.
Da circa un mese in Rete si susseguono le lamentele di utenti che segnalano accessi non autorizzati ai loro PC sui quali è installato TeamViewer: a quanto pare, qualcuno si è impossessato delle password che dovrebbero proteggerli.
Basta dare un'occhiata alle discussioni su Reddit o Twitter per rendersi conto della gravità della situazione: con tutta evidenza non si tratta di casi isolati ma di un problema di vaste proporzioni.
TeamViewer stessa ha ammesso che il numero di account compromessi è «significativo» ma, a differenza di quanto sostengono (peraltro senza prove) le voci diffuse in Rete, la causa non sarebbe da ricercare in una violazione dei sistemi dell'azienda.
Invece, i responsabili sarebbero in un certo senso gli utenti stessi, che Alex Schimdt, responsabile delle pubbliche relazioni degli utenti, ha in un primo momento definito «noncuranti» (careless).
Gli accessi non autorizzati sarebbero infatti iniziati proprio dopo la messa in vendita dei dati di 642 milioni di account sottratti a LinkedIn, MySpace, Tumblr e Fling.
Il legame tra le informazioni rubate ai social network e l'attacco a TeamViewer sarebbe ovvio: la pessima abitudine di riutilizzare le password per diversi servizi avrebbe aperto le porte dei PC sui quali è installato TeamViewer.
Per aiutare gli utenti a proteggersi, TeamViewer ha introdotto due nuovi sistemi a difesa degli account, rammaricandosi tuttavia «di non aver rilasciato prima queste funzionalità» che avrebbero potuto prevenire molti problemi.
La prima novità si chiama Trusted Devices (Dispositivi Fidati), e funziona così: «prima che un dispositivo possa aver accesso per la prima volta a un account TeamViewer esistente, il proprietario dell'account deve confermare esplicitamente che il nuovo dispositivo è "fidato"». In pratica, una notifica in-app chiede di confermare l'accesso cliccando sul link spedito via email.
La seconda novità si chiama Data Integrity (Integrità dei Dati): è una funzionalità che sorveglia il comportamento dell'utente, rilevando eventuali anomale. Per esempio un accesso da un luogo insolito potrebbe essere il segnale che l'account è stato compromesso. In questo caso, «per assicurare l'integrità dei dati» - spiega TeamViewer - «l'account sarà sottoposto a un ripristino forzato della password».
Gli utenti possono inoltre proteggersi seguendo alcuni consigli utili. Per esempio, è bene impostare una password sicura, lunga almeno 10 caratteri e che contenga numeri, simboli e lettere sia maiuscolo che minuscole. Ma soprattutto, che non sia riutilizzata.
Poi, possono evitare che il client di TeamViewer venga eseguito automaticamente dal computer a ogni avvio, avviandolo invece manualmente soltanto quando ne hanno necessità: se non c'è niente da violare, niente sarà violato.
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