Un'analisi approfondita sulle principali attività criminali underground.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-03-2016]
Quando si parla di Deep Web e delle attività non sempre legali che vi si svolgono, spesso si pensa a un panorama misterioso ma sostanzialmente omogeneo, in cui ciò che si può trovare in Cina si può trovare anche in America.
Invece, ogni comunità ha la sua specificità. Ad affermarlo è uno studio condotto da Trend Micro e intitolato Cybercrime and the Deep Web che, in sintesi, sostiene: «Non esiste un "mercato globale nascosto del cybercrimine"».
«L'economia sommersa del cybercrimine è diversificata: ogni mercato è unico esattamente come la nazione o la regione cui si rivolge» spiega Trend Micro, che ha identificato alcune caratteristiche specifiche per ognuna delle regioni più attive nel Deep Web.
Prendiamo per esempio la Russia. Le "attività clandestine" che si svolgono nel web russo «possono essere paragonate a una catena di montaggio ben organizzata, in cui ogni attore ha il proprio ruolo».
Si tratta di un ecosistema in cui ognuno è in competizione con l'altro per offrire il servizio migliore nel minor tempo possibile. Tali servizi, va da sé, spesso non sono legali: si va dai sistemi per frodare gli utenti delle carte di credito alla vendita di veri e propri prodotti che non si possono vendere alla luce del sole.
In questo scenario, la Germania si rivela come una sorta di "nazione sussidiaria" della Russia. Qui, anche a causa delle severe leggi contro il cybercrimine, l'uso delle Dark Net è particolarmente sviluppato per accedere a quei servizi e a quei prodotti che i russi immettono sul mercato sotterraneo.
Diversa è invece la situazione in Cina, definita da Trend Micro «un alveare brulicante di prototipi» in cui si può trovare facilmente non soltanto software, ma anche hardware. È il mercato più dinamico, in grado di adattarsi particolarmente in fretta ai mutamenti adottando le ultime novità.
Tuttavia, il Deep Web non è molto utilizzato. In parte ciò è dovuto al "Grande Firewall", che impedisce l'accesso alla parte nascosta del web anche ai più esperti.
Se lo scenario underground cinese somiglia a un bazaar affollato, quello giapponese è invece estremamente ordinato ed elitario.
Si tratta infatti per lo più di bacheche online e forum accessibili soltanto ai membri e sui quali si parla un gergo particolare nel tentativo di non attirare l'attenzione delle autorità.
Una delle sue particolarità sta nel fatto che i suoi membri accettano molti tipi di pagamento: mentre altrove si punta essenzialmente sui Bitcoin, in Giappone si accettano anche carte regalo, trasferimenti di denaro contante e persino i punti che si possono assegnare agli altri utenti in certi forum.
L'America ospita scenari diversi. A nord, il Deep Web statunitense è del tutto particolare e "aperto": è quello cui è più facile accedervi anche se si stanno muovendo i primi passi in questo particolare mondo, e cybercriminali e forze dell'ordine lo frequentano quasi alla luce del sole.
Anche le leggi statunitensi, come quelle tedesche, sono particolarmente severe nei confronti dei cybercriminali, e ciò può essere una delle cause che hanno portato a questa situazione anomala.
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In Canada, invece, il Deep Web è più adoperato e serve soprattutto per la compravendita di documenti falsi (patenti, passaporti) e dati sensibili sottratti, come numeri di carte di credito e credenziali di accesso ai conti bancari.
Nell'America del Sud, infine, la maggiore attività underground si ritrova in Brasile. È la comunità maggiormente popolata da persone giovani, che non hanno alcun riguardo per la legge e si appoggiano al web di superficie e ai social network per ottenere le informazioni utili alle loro attività.
Il commercio sommerso tratta per lo più di trojan bancari e di virus per violare sistemi informatici appetibili.
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