Una guerra civile divide la comunità degli sviluppatori, e la rottura sembra probabile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-08-2015]
C'è un dibattito tecnico all'interno della comunità degli sviluppatori di Bitcoin che rischia di traformarsi in una sorta di guerra civile, e che potrebbe addirittura portare a una scissione.
Non bisogna dimenticare che Bitcoin, oltre che una valuta digitale, è anche un software, sviluppato secondo i principi dell'open source.
Perché una modifica importante al suo codice venga accettata e integrata nella versione ufficiale è necessario che gli sviluppatori siano d'accordo e che nessuno ponga veti.
Di recente tra gli sviluppatori è iniziata una discussione sulla possibilità di aumentare il limite massimo della dimensione dei blocchi - che tengono traccia delle transazioni recenti - che attualmente è impostato a 1 Mbyte.
Ciò permetterebbe di processare più transazioni nello stesso momento, venendo così incontro al sempre maggior utilizzo dei Bitcoin; d'altra parte, renderebbe più difficile la partecipazione degli utenti ordinari alla gestione dei nodi della rete per la validazione delle transazioni, favorendo i possessori di sistemi più potenti e, conseguentemente, dando a un numero ristretto di persone un maggior potere sulla moneta.
Come si vede, il problema tecnico ha potenzialmente delle conseguenze serie su una delle caratteristiche fondamentali dei Bitcoin, ossia la decentralizzazione: per questo motivo il dibattito è molto acceso e non pare avvicinarsi a una ricomposizione pacifica delle posizioni contrapposte.
Anzi, i sostenitori della necessità di aumentare le dimensioni dei blocchi hanno dato vita a un fork di Bitcoin, chiamato Bitcoin XT: in questa versione il limite di 1 Mbyte è ancora attivo e ciò garantisce la compatibilità con la versione "standard" di Bitcoin, ma ciò potrebbe cambiare in un futuro prossimo.
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Gli sviluppatori di Bitcoin XT hanno infatti deciso che, se almeno il 75% degli utenti di Bitcoin passerà a questa versione entro gennaio 2016, allora tale limite verrà alzato, interrompendo la compatibilità. In questo modo, se il restante 25% resterà fedele alla versione originale, la moneta si dividerà in due.
Viene quindi da chiedersi quanto sia plausibile questo scenario. Al momento Bitcoin XT è usato dal 7,7% della rete (stando ai dati di Xtnodes); considerando che l'apparizione del fork è recente, il tasso di crescita iniziale è piuttosto rapido, anche se ciò non dà alcuna garanzia circa una sua diffusa adozione entro la fine dell'anno.
D'altra parte ci sono alcuni soggetti importanti che non supportano questa nuova versione. BTCChina, uno dei maggiori mining pool (un gruppo di utenti che condivide le risorse per aumentare le possibilità di effettuare con successo il mining dei Bitcoin), ha deciso che non aderirà: «Le fondamenta di Bitcoin stanno nel consenso» ha spiegato il COO di BTCChina, Samson Mow. «Se gli sviluppatori non riescono a mettersi d'accordo, allora spetta alla comunità dei miner mantenere la stabilità dei Bitcoin, ed è ciò che continueremo a fare».
La vicenda include anche un piccolo "giallo": Satoshi Nakamoto stesso sarebbe intervenuto nel dibattito dichiarandosi contrario a Bitcoin XT; eppure molti sospettano che l'autore del messaggio non sia davvero il creatore dei Bitcoin a causa di alcuni dettagli, come il fatto che manca la firma crittografica in coda al testo. Dopotutto, non è la prima volta che l'account email di Nakamoto viene violato e qualcuno si spaccia per lui.
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