Prodotto un fascio di antidrogeno che aiuterà a risolvere uno dei misteri più grandi della fisica moderna.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-01-2014]
Perché viviamo in un universo fatto di materia e non in uno fatto di antimateria? Dove è finita l'antimateria che esisteva subito dopo il Big Bang?
I ricercatori del CERN sono da anni impegnati nel tentare di rispondere a queste domande e, perciò, cercano modi sempre più efficienti non solo di produrre antimateria ma anche di conservarla per più tempo possibile tramite mezzi che non interferiscano troppo con il suo studio.
Dal 2002 al 2011 la capacità di produrre antimateria è costantemente migliorata: se nel 2002 gli atomi di antidrogeno prodotti erano riusciti a esistere soltanto per pochi microsecondi, nel 2010 avevano avuto la possibilità di durare per 172 millesimi di secondo e nel 2011 gli scienziati sono riusciti a tenerli bloccati in una "trappola magnetica" per ben 16 minuti.
Ora, grazie all'esperimento ASACUSA (cui partecipano anche scienziati italiani), i ricercatori hanno prodotto un fascio di 80 atomi di antidrogeno (costituiti da un antiprotone e un positrone), ossia il corrispettivo dell'idrogeno (un protone e un elettrone).
Il dato più interessante però non è quello relativo alla produzione di antimateria quanto al fatto che grazie alle tecniche adoperate è stato possibile intrappolare gli antiatomi a 2,7 metri dalla sorgente e studiarne le proprietà spettroscopiche.
Per isolare gli antiatomi dalla materia circostante (operazione indispensabile, pena l'annichilazione) è infatti stata usata una tecnica diversa dalla "trappola magnetica" usata in precedenza, che si è mostrata efficace per permettere studi più approfonditi finora resi difficoltosi proprio dal sistema adoperato per l'intrappolamento; la distanza dalla sorgente consente di concentrare le indagini in una zona dove i campi magnetici residui in grado di disturbare le ricerche sono piccoli.
«Il risultato appena pubblicato» - ha spiegato Luca Venturelli dell'INFN di Brescia facendo riferimento alla pubblicazione dei risultati su Nature Communications - «rende molto più concreta e vicina la possibilità di realizzare misure di precisione con gli atomi di antidrogeno».
«Sondare le caratteristiche dell'antimateria può aiutare a risolvere uno dei grandi misteri della fisica moderna: la prevalenza di materia rispetto all'antimateria nell'universo visibile» conclude Venturelli.
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