Un'indagine dell'FBI commissionata da George Bush rivela un Jobs bugiardo, non completamente onesto, eppure dotato di un grande talento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-02-2012]
Che Steve Jobs non fosse una persona facile, dotata in egual misura di un talento visionario e della capacità di far imbestialire, con il proprio comportamento, quelli che aveva intorno, non è certo un mistero.
Un'ulteriore conferma arriva ora da un rapporto di 191 pagine stilato dall'FBI quando, nel 1991, dovette raccogliere informazioni sul fondatore di Apple.
Ai tempi, George Bush senior era presidente degli Stati Uniti e aveva pensato a Steve Jobs come componente del President's Export Council; tuttavia, prima di affidargli l'incarico, voleva essere sicuro di aver individuato la persona giusta.
Così il presidente Bush incaricò l'FBI di fare qualche indagine, e gli investigatori contattarono diverse persone che conoscevano bene Steve Jobs; per la precisione, quando l'FBI compie questo genere di indagini di solito chiede all'oggetto delle indagini stesse quali persone possano fornire informazioni su di lui.
Tutto il materiale raccolto in questo modo è finito in un rapporto che ora è diventato di dominio pubblico e che contiene opinioni interessanti espresse da una trentina di amici, ex-amici e colleghi di Jobs.
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Quello che emerge è un quadro complesso, in cui il fondatore di Apple appare come «una persona piena di talento e un vero leader», e tuttavia segnata da tratti non proprio limpidi del carattere.
«È un bugiardo, non completamente schietto e onesto» dicono alcuni, mentre altri lo definiscono «capace di traviare la verità e distorcere la realtà pur di raggiungere i propri obiettivi».
L'indagine scava nel passato si Jobs fino all'abuso di droghe (marijuana e Lsd) avvenuto in gioventù (peraltro ammesso dallo stesso Jobs) e al rifiuto di aiutare la figlia avuta da una compagna di scuola, rifiuto poi ritirato in seguito.
Un uomo non meglio specificato, che al momento dell'intervista afferma di non essere più amico di Steve Jobs, lo definisce «onesto e degno di fiducia, eppure la sua moralità è discutibile»; un altro ancora sostiene che «Jobs ha un'integrità finché gli conviene».
Dal rapporto appare comunque emergere l'opinione comune, da tutti riconosciuta, circa le qualità brillanti di Steve Jobs, nonostante i difetti; per questo amici e colleghi lo raccomandano comunque per il posto che gli veniva offerto, posto che comunque non occuperà mai.
È interessante infine notare come il sito Gawker, che ha reso noto il documento, affermi che è piuttosto raro trovare «tante informazioni offensive» nei rapporti dell'FBI, proprio perché gli intervistati sono indicati dal soggetto stesso dell'indagine. Ciò è un segno probabilmente, che Steve Jobs «non conosceva i proprio amici molto bene».
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