Nonostante il suo blog sia tutt'ora sottoposto a sequestro preventivo, il messaggio che si voleva diffondere sta facendo il giro della rete.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-07-2007]
Come è noto, qualche giorno fa il blog di Piero Ricca è stato sottoposto a sequestro preventivo (previa atto di notifica consegnato da due agenti del nucleo speciale contro le frodi telematiche della guardia di finanza) a causa di una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede.
Nonostante siano state rimosse le pagine oggetto della querela, il video incriminato è tuttora disponibile e, ancora una volta, le dinamiche della rete stanno facendo sì che i contenuti che si volevano rendere inaccessibili si stiano diffondendo a macchia d'olio, raggiungendo un numero di persone di gran lunga superiore a quello che si sarebbe mai potuto ottenere senza il sequestro.
Poiché Piero Ricca è impossibilitato ad aggiornare il suo spazio web a causa del cambio della password di amministratore (effettuata per impedire la reiterazione del reato di diffamazione), molti siti si stanno facendo portavoce del suo pensiero, fornendo costanti aggiornamenti sulla situazione.
La questione è controversa, perchè la libertà di espressione sancita dalla nostra Costituzione si scontra palesemente con il reato di diffamazione, che non consiste nel diffondere informazioni non veritiere sul conto di un soggetto (come sovente si crede) bensì nell'offendere l'altrui reputazione in assenza della persona offesa.
Il nodo gordiano è da ricercarsi nell'applicazione del codice penale alle dinamiche della rete: paradossalmente, qualunque sito o blog on line è passibile di querela per diffamazione nel momento in cui nelle sue pagine viene espressa un'opinione che il soggetto interessato ritiene poco lusinghiera; è inoltre egualmente passibile di sequestro preventivo per le più svariate motivazioni.
Chissà se, da qui a dieci anni, i legislatori si accorgeranno che le dinamiche della rete non sono assimilabili a quelle della vita reale, e che qualunque tentativo di imbrigliare Internet con leggi e normative create ad hoc per regolamentare mezzi di informazione di tutt'altra natura è destinato a fallire miseramente.
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