Diffondere in rete proprie immagini di nudo è "accettabile" almeno secondo una parte dei teenager, che ammettono di farlo per ricevere soldi o regali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-02-2010]
Le ricerche pubblicate in occasione del Safer Internet Day stanno svelando un quadro che, se forse non è sorprendente, è comunque quantomeno preoccupante.
Secondo i dati raccolti da Save The Children e Adiconsum l'8% dei teenager tra i 15 e i 17 anni posta in Rete foto che lo ritraggono nudo o in pose sexy, pratica seguita anche dal 4% dei minori tra i 12 e i 14 anni.
Le due associazioni ritengono tuttavia che questi valori sottostimino il fenomeno reale: quando agli stessi ragazzi viene chiesto se gli amici si comportino in quel modo, risponde affermativamente il 22%.
Lo scambio di foto e video personali a contenuto sessuale tra amici coinvolge un numero di persone ancora maggiore: lo fa il 17% dei 12-14enni, il 25% dei 15-17enni e il 26% di quelli che hanno più di 17 anni.
Né, in realtà, è il caso di demonizzare la Rete: quanto si trova in Internet, dicono i rapporti, non è altro che il riflesso della vita reale, dove il 15% dei ragazzi tra i 12 e i 14 anni ha rapporti sessuali completi, il 13% nella stessa fascia fa uso di droghe leggere (il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni), il 7% dei 12-14enni fa uso di droghe pesanti (12% tra i 15-17enni) e il 19% dei 12-17enni partecipa attivamente a episodi di bullismo (e il 15% confessa di non trovare sconveniente il furto nei negozi, e di praticarlo).
"In questo contesto" - commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - "lo scambio di fotografie proprie e altrui nude in internet probabilmente non appare agli occhi dei ragazzi più di tanto preoccupante".
Non sono pochi, poi, quelli che si pentono dopo aver condiviso immagini che sarebbe stato meglio tenere private; a quel punto, però, è troppo tardi: "È molto importante essere consapevoli che qualsiasi cosa noi postiamo, rendendola accessibile a tutti, esce dal nostro controllo e si propagherà in rete senza che sia possibile fermarla o cancellarla" spiega Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum.
Video pubblicato sul sito Save the Children Italia e condiviso su YouTube
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