Noto come "il laptop per il terzo mondo", "il computer a manovella" o "il portatile da 100 dollari", XO e la fondazione One Laptop Per Child hanno avuto una gestazione lunga e travagliata. Ripercorriamone le tappe fino ai giorni nostri.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-05-2008]
Nei primi mesi del 2005 si iniziò a parlare di One Laptop Per Child (Olpc) e di un computer pensato per i Paesi poveri: sarebbe costato soltanto 100 dollari, sarebbe stato alieno dalle strategie di marketing, avrebbe avuto una manovella per ovviare alla mancanza di corrente elettrica e avrebbe montato il sistema operativo libero Linux.
Per strada, però, aveva perso la manovella ed era stato costretto a dotarsi di hardware migliore per sostenere il sistema. Le multinazionali prima ridicolizzavano Olpc, poi fiutarono l'affare: sul mercato si affacciarono i primi progetti rivali, mentre le nazioni del terzo mondo non dimostravano poi grande interesse.
Addirittura Intel aveva abbandonato il progetto, alleandosi con Microsoft per sviluppare Classmate, un computer portatile analogo; solo nel 2007 la fondazione Olpc potè finalmente avviare la produzione. Alcuni Stati come l'Uruguay, il Perù e il Messico iniziarono a ordinarne degli esemplari, mentre altri come la Nigeria e la Libia preferirono soluzioni della concorrenza. Stati come il Brasile si organizzarono autonomamente, mentre l'India definì Olpc "pedagogicamente sospetto".
A sorpresa, infine, Negroponte, l'ideatore del progetto, tradisce Linux preferendogli Windows e suscitando le preoccupazioni del mondo Open Source. A questo punto l'accordo con Microsoft è ufficiale.
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