Senza un Piano europeo che autorizzi investimenti pubblici nella banda larga non ci potrà essere in tempi brevi l'Internet di seconda generazione in Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-05-2007]
Bisogna dare atto a Stefano Quintarelli, noto blogger ed esperto del mondo degli Internet provider, di aver lanciato un'importante provocazione chiedendo che si apra nel nostro Paese un pubblico dibattito sulla necessità di dotare l'Italia, in tempi brevi, di un'infrastruttura di Rete a banda larga cosidetta di seconda generazione per velocità trasmissiva, cioè in fibra ottica, così come si discute tanto di Alta Velocità per le Ferrovie o di nuove infrastrutture stradali.
Si spera che, in questo caso, il dibattito non sia troppo ozioso perché prolisso e ideologico come è avvenuto per l'Alta Velocità senza mai approdare a decisioni concrete ed ultimative in un senso o nell'altro.
Sul fatto che ci voglia una Rete a banda larga accessibile a tutti gli operatori e che copra l'intero Paese senza nuovi digital divide, a costi accettabili, non ci piove, anche se non sempre il mondo della politica avverte questa come una priorità per lo sviluppo e la crescita del Paese. Che gli attuali soggetti imprenditoriali delle Telco in Italia da Telecom Italia ai suoi principali concorrenti avvertano questa esigenza ma siano in grave difficoltà a passare alle realizzazioni concrete a causa della montagna di debiti che pesa su di loro senza eccezione per cui l'indebitata Telecom Italia è ancora quella che sta meglio rispetto alle varie Wind e Fastweb e H3G è un altro fatto indiscutibile.
La stessa Unione Europea è sempre molto attenta a bloccare gli aiuti pubblici ad imprese private perché distorti della concorrenza a livello comunitario, anche se indirizzati a creare le condizioni stesse dello sviluppo. A questo punto necessita un piano europeo per la banda larga, come aveva già previsto, addirittura profeticamente alla fine degli anni '80, il Libro Bianco di Delors, che conceda agli Stati europei di finanziare piani per la banda larga, sfondando gli stessi vincoli di bilancio in quanto investimento indispensabile e prevedendo anche sinergie e regole comuni come la neutralità della Rete e la parità di accesso per tutti gli operatori.
Senza Europa non ci sarà banda larga in fibra nemmeno in Italia.
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