Proposto un emendamento all'emendamento dell'onorevole D'Alia che vorrebbe trasformare i provider nei poliziotti di Internet.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-02-2009]
"Da Internet devono scomparire tutti i siti e le pagine che istigano a delinquere o che inneggiano alla mafia e alla violenza ma per fare ciò non si può pensare di oscurare l'intera rete": a parlare così è l'onorevole Roberto Cassinelli, autore di un emendamento all'emendamento proposto dal senatore D'Alia per "ripulire la rete" e tanto discusso.
Il bersaglio degli strali dell'onorevole D'Alia (Udc) era in primis Facebook, apparentemente visto come una zona franca in cui tutto è possibile, persino dichiararsi fan di Totò Riina. A causa della presenza di soggetti come questi il senatore sembrava convinto che il social network dovesse sparire completamente, con buona pace delle persone "normali" che lo frequentano.
Il suo collega Cassinelli (Pdl) non è d'accordo: bisogna trovare il sistema di eliminare solo i contenuti inaccettabili, non bloccare un'intero servizio per colpa del comportamento di pochi, come già faceva notare Facebook stesso.
Un ritardo nell'ottemperare porterebbe a una multa tra i 1.000 e i 70.000 euro e, superati i tre giorni senza che nulla sia accauto, il giudice inquirente dovrebbe rivolgersi alla piattaforma che ospita il contenuto, non all'Isp.
Il gestore della piattaforma avrebbe quindi 48 ore di tempo per adempiere, passate le quali si esporrebbe a una sanzione tra i 10.000 e i 100.000 euro; la sua responsabilità sarebbe limitata però all'omissione, non riguarderebbe il contenuto.
Tutto bene, dunque? Sì e no. Il contro-emendamento è sicuramente migliore dell'originale, ma resta fumoso su alcuni aspetti. Non è chiaro, per esempio, che cosa si debba fare per impugnare i provvedimenti, ma soprattutto risulta generico il riferimento a contenuti che "istigano a delinquere" e, come diceva D'Alia, all'apologia di reato.
Il terreno su cui si stanno muovendo i legislatori è particolarmente scivoloso, perché va a toccare la libertà di opinione e la possibilità di esprimersi. Dopotutto, nessuno obbliga a visitare un dato sito. Il problema non è la Rete ma piuttosto la società, di cui Internet è solo un riflesso; intervenire sul riflesso non risana la sua fonte.
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