Washington vuole i dati dei passeggeri e dei loro familiari

Il governo Bush non vuole più soltanto identificare i potenziali terroristi, ma esige che si richieda un permesso via Internet prima di entrare negli Usa e che i propri dati e quelli di amici e familiari vengano prontamente consegnati.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-02-2008]

Foto via Fotolia

La Commissione Europea di Bruxelles si sente "ricattata e seccata" dalle richieste avanzate dall'amministrazione Bush finalizzate a imporre misure restrittive sui voli diretti negli Stati Uniti.

Quali siano le richieste del governo degli Usa è presto detto: introdurre guardie armate sugli aerei che compiono il tragitto Europa-Stati Uniti, consegnare al governo americano i dati di tutti i passeggeri (compresi quelli dei passeggeri di voli che non atterrano in America ma si limitano a sorvolarla) e persino raccolta e consegna dei dati di quanti, pur non volando, siano in relazione con i passeggeri e pertanto ammessi oltre i checkpoint al fine di aiutare i parenti o gli amici che partono. Non è infrequente, infatti, che viaggiatori molto giovani, anziani o malati si facciano aiutare nelle operazioni di imbarco.

Nel frattempo verrà introdotto un nuovo sistema che costringerà i viaggiatori a richiedere un permesso online prima di entrare negli Stati Uniti o di comprare il biglietto: la procedura, già si dice, potrebbe durare anche dei giorni per essere completata.

L'America sta facendo pressione perché tutti i 27 membri dell'Unione Europea firmino al più presto un documento che contiene tutte queste richieste; ciò va ad aggiungersi ai dati sui passeggeri che già vengono forniti agli Stati Uniti per identificare eventuali terroristi a bordo degli aerei.

Bruxelles ha obiettato che quanto richiesto solleva parecchie perplessità legali in Europa circa la questione della privacy: non sono state esplicitate, infatti, le procedure di protezione dei dati, né quante o quali agenzie avrebbero accesso ai dati stessi.

Secondo l'Associazione delle compagnie aeree europee, infine, "non c'è un fondamento legale internazionale" che le obblighi a fornire i dati dei passeggeri che sorvolano gli Stati Uniti, mentre la richiesta di informazioni sulle persone ammesse oltre i checkpoint per aiutare amici o familiari è semplicemente "assurda e completamente ingiustificata".

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

{claudio}
sono stato sia in Russia che in Cina negli ultimi tre anni, e ottenere il visto è una formalità, non chiedono nessun documento 'tanto particolare'...
13-2-2008 12:37

{Antony L. Basket}
Tutte le scuse sono buone. Leggi tutto
13-2-2008 12:27

Sarà... Per il momento in USA, patria del controllo stretto, ciascuno può possedere ed usare un computer come meglio crede. Cosa che pare non possibile a Cuba, Corea del Nord, Myanmar, Cina (solo 1,7 miliardi di persone), Iran, Siria... A Cuba addirittura hanno appena risposto ad uno studente che desiderava omaggiare il Che in Bolivia... Leggi tutto
13-2-2008 12:16

{Rob}
E dagli americani chi ci protegge?? Leggi tutto
13-2-2008 12:08

AAAAARRRRRRGGGHHHH!!!! Paolo Attivissimooooooo, dove seiiiiii?????? Mandagli un tuo librooooooooo :lol: Leggi tutto
13-2-2008 12:08

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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