Il creatore di Linux sostiene che Microsoft non userà mai i propri brevetti per affossare il Software Libero e spera di vedere i maintainer del kernel includere anche quei driver che non sono perfetti ma di cui gli utenti hanno bisogno.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-02-2008]
La questione dei brevetti software è un argomento che desta sempre notevole interesse e preoccupazione, specialmente in chi si occupa di Open Source. In particolare, ciò che i cultori del software libero paventano è il ricorso, da parte di Microsoft, proprio agli innumerevoli brevetti che questa ha registrato per stroncare sul nascere quella che potrebbe essere una minaccia per il suo monopolio.
Non è questa l'opinione di Linus Torvalds. Nella seconda parte di un'intervista rilasciata al direttore della Linux Foundation, il creatore di Linux sostiene che Microsoft non userà mai il proprio parco brevetti come un'arma per tentare di eliminare la concorrenza. Perché? Perché subito i suoi avvocati obietterebbero: "Non facciamolo. Sembra folle", considerato che già la società si trova in condizioni di monopolio. Inoltre è molto più comodo agitare le questioni di proprietà intellettuale come uno spauracchio. Al limite, potranno pensare i maligni, Microsoft si limiterà a finanziare quanti decidano di tentare l'impresa, come Sco.
Secondo Torvalds i brevetti sono, per Microsoft, più che altro una questione di marketing: "Non penso che Microsoft abbia mai perseguito qualcuno a causa dei brevetti. Sono stati perseguiti da altra gente ma non credo che abbiano mai usato i brevetti come un'arma. Ma sono perfettamente felici di usare qualunque cosa per diffondere paura, incertezza e dubbio".
Le dichiarazioni, comunque, non si sono fermate qui: Torvalds ha anche affermato di voler vedere alcuni cambiamenti nell'atteggiamento degli sviluppatori del kernel di Linux. Attualmente, dice, gli sviluppatori mantengono dei criteri troppo elevati nel decidere che cosa possa essere incluso nel ramo principale e che cosa vada invece rifiutato. In tal modo molte proposte, esperimenti e novità non vengono presi in considerazione: uno dei gravi effetti di questa politica è la carenza di driver, specie per i dispositivi hardware più recenti.
L'esempio più ovvio riguarda quei produttori che includono dei driver nella propria versione personalizzata dal kernel, mentre questi stessi driver non possono entrare a far parte del "tree" ufficiale perché considerati non sufficientemente perfetti. Un comportamento del genere costringe gli utenti a fare i salti mortali per far funzionare alcune periferiche con un kernel che non sia quello fornito dal produttore, impedendo così o rendendo difficili gli aggiornamenti del cuore stesso di Linux.
Sarebbe quindi bello che non si aspettasse di raggiungere la perfezione del codice prima di introdurlo nel kernel: "Non vogliamo introdurre cose di cattiva qualità, ma d'altro canto tutto ha inizio da radici men che perfette".
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