Il Tribunale di Roma respinge le prime richieste della Peppermint di conoscere i nominativi degli utenti del peer to peer.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-07-2007]
E' stato messo un primo punto fermo nella contesa fra la Peppermint e gli utenti del peer to peer.
La casa discografica tedesca aveva intimato a migliaia di utenti italiani di pagare un risarcimento danni (che non esclude dalle responsabilità penali) per aver praticato il P2P con brani musicali della stessa al fine di evitare azioni legali.
I giudici Paolo Costa e Antonella Izzo hanno rigettato i ricorsi presentanti congiuntamente e disgiuntamente dalle società Peppermint e Techland rispettivamente nei confronti della Wind e della Telecom, come gli era stato richiesto dagli utenti assistiti dall'associazione di difesa dei consumatori Adiconsum.
Ancora molti sono i procedimenti pendenti dinanzi al Tribunale Civile di Roma; l'associazione dei consumatori ha dichiarato che interverrà per insistere nel sollevare questione di illegittimità costituzionale dell'articolo 156 bis della legge sul diritto d'autore.
Anche alla luce di questi recenti provvedimenti favorevoli ai consumatori, gli operatori telefonici convenuti in giudizio dalle società svizzere sono invitati a resistere con ogni mezzo alle richieste giudiziarie delle suddette società.
Il primo a felicitarsi per il felice esito della vertenza, oltre ovviamente alle parti vittoriose, è stato l'onorevole Pietro Folena, da sempre favorevole a una revisione dell'attuale legislazione che prevede pesanti condanne non solo a chi metta in commercio materiali contraffatti ma anche ai semplici utilizzatori a titolo personale.
"Sarebbe necessario depenalizzare la condivisione dei contenuti, fatto che non danneggia affatto gli aventi diritto mentre comprime intollerabilmente il bisogno di cultura" puntualizza Folena. "Anche statistiche e ricerche di mercato confermano che dall'eliminazione dei vincoli attuali di avrebbe una ricaduta positiva sul mercato; ad esempio l'Anica ha rilevato come la maggiore frequenza nei cinematografi sia attribuibile a chi abitualmente scarica filmati dal web".
E' noto del resto che un accordo interparlamentare favorirebbe l'emanazione di nuove disposizioni di legge che vadano incontro al comune sentire dei cittadini, pur rispettando i diritti patrimoniali di autori ed editori; anche se si potrebbe osservare che i parlamentari hanno la memoria assi corta.
Ricordiamo infatti lo scandaloso balzello sui supporti di registrazione gabellato come risarcimento agli aventi diritto per "mancato guadagno", balzello che per altro già preesisteva esisteva sulle cassette audio e video.
Sul perché si debba pagare un risarcimento anche agli interessi economici della bisnonna, ritratta ed immortalata su CD nel giorno del suo centesimo compleanno, nessuno saprebbe spiegarlo. Ma questa un'altra storia.
Aggiornamento
Pubblicate le motivazioni della sentenza.
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