I call center specializzati in telemarketing usano sempre di piu' software automatici per chiamare numeri telefonici, senza verificare il consenso a ricevere comunicazioni pubblicitarie.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-01-2006]
E' ormai di un anno fa la normativa del Garante della Privacy che ha portato alla realizzazione degli elenchi telefonici nuovi, quelli in distribuzione in queste settimane di inizio anno in molte provincie italiane.
Ai clienti di tutti gli operatori telefonici è stato inviato un questionario in cui si chiedeva, tra le altre cose, se desideravano ricevere comunicazioni pubblicitarie per posta tradizionale o telefonicamente; in caso di mancata risposta valeva il cosidetto "silenzio-rifiuto", cioè si dava per scontato che il cliente non intendeva ricevere più comunicazioni pubblicitarie e si teneva conto solo del consenso esplicito.
Gli utenti che hanno dato, esplicitamente, il consenso sono quelli che che si possono trovare in elenco con accanto una busta (disponibilità a ricevere pubblicità postale) o una cornetta (disponibilità a ricevere pubblicità telefonica), oppure con tutti e due i simboli.
Questo rifiuto non vale però per Telecom Italia che nel momento dell'abbonamento ha acquisito (legittimamente) il consenso a telefonare al proprio utente: se non si vuole più ricevere telefonate promozionali da Telecom bisogna appositamente telefonare all'187 per essere depennati dagli elenchi che utilizza la stessa Telecom e i call center in appalto che lavorano per essa.
Ma le telefonate commerciali stanno continuando, anche a clienti che non hanno dato il consenso. In gran parte il fenomeno si spiega per i programmi che vengono utilizzati da molti call center: sono software che automatizzano le chiamate con funzioni "random", per cui vengono chiamate tutte le numerazioni, a prescindere se al momento attive, se attive solo per fax o dati, e se, soprattutto, appartengono ad abbonati che abbiano dato il consenso.
Questi sistemi sono massicciamente utilizzati perché tra chiamate a numeri occupati, o che non rispondono, o che non sono interessati, è necessario il massimo volume di contatti per acquisire un minimo di contratti validi.
A questo punto si imporrebbe un'indagine su questi sistemi nei principali call center a cura del Garante della Privacy, che può avvalersi della Guardia di Finanza per le ispezioni; anche l'Authority per le Comunicazioni può avvalersi della Polizia delle Comunicazioni per verificare come sia possibile un aumento del numero dei contratti telefonici ai vari gestori, molti dei quali senza richiesta o consenso dell'abbonato, pur in presenza di una normativa restrittiva sulla privacy come quella da poco vigente.
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