In un rapporto, uno degli artefici della Digital Rights Management ammette il vero obiettivo: spillare soldi all'utente normale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-10-2005]
Macrovision, una delle tante società che vendono protezione dei contenuti digitali (Digital Rights Management - DRM), ha diffuso ieri un rapporto sulla copia digitale.
Il tutto è pubblicato a questo indirizzo su un file pdf, munito tra l'altro di una simpatica protezione che impedisce di accedere al testo, per qualunque uso che non sia la lettura.
Si legge: "Per stimare esattamente che cosa rappresenta un'efficace protezione dei contenuti, agli intervistati è stato chiesto di stimare quanti titoli siano stati masterizzati su cd e quanti illegalmente scaricati per ogni 100 acquistati."
E cioè che la "pirateria casuale" è "la sfida del futuro per l'industria dell'intrattenimento" e che "la diffusione dei dispositivi di registrazione digitali e del file sharing, obbligano i titolari di contenuti" (le major) "ad incrementare la propria strategia di DRM."
Lo scopo principale del rapporto è quindi svelato: care major, con tutti quegli apparecchi diabolici in circolazione, sarà sempre più dura per voi, a meno che, naturalmente, non acquistiate una buona DRM, tipo la nostra.
Chiaro pure il messaggio agli utenti: la gestione dei diritti digitali sta arrivando. Sarà chiusa, proprietaria e inaccessibile, e comporterà un'inevitabile riduzione dei vostri diritti. Cominciate ad abituarvi all'idea.
Leggendo tra le righe, è comunque possibile estrapolare una terza, inquietante traduzione: dalla lotta alla criminalità organizzata e al file sharing selvaggio non c'è molto da spremere. Possiamo ottenere molto di più lavorando ai fianchi del ragionier Cagazza, dissuadendolo dalla "pirateria casuale".
La miopia dei signori dell'intrattenimento è inspiegabile. Hanno la fortuna di avere un cliente abituale, che acquista CD e DVD, nonostante prezzo e scomodità, che compra online tracce mutilate, paga canoni e film on-demand attraverso l'orrenda sky-box. E, invece di investire su di esso, hanno deciso di segargli le gambe.
Per noi, sembrano dire le major, il cliente è un potenziale disonesto. E seminare in giro un po' di paura, incertezza e dubbio, come insegna Microsoft, non può che far bene alla loro causa. Questo con buona pace di tutti gli ingenui che auspicano una "DRM dal volto umano".
Se questi signori non si fidano di noi, non capiamo per quale motivo dovremmo noi fidarci di loro (citando uno dei motti di no1984.org). Qualunque azienda abbia un'opinione cosí bassa dei propri clienti, è destinata a una fine miserevole.
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