Ricadranno sugli utenti le spese per il supersistemone che intercetta tutto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-07-2005]
Tra le decisioni che il governo Berlusconi intende assumere per rafforzare la prevenzione e la repressione del terrorismo, soprattutto quello internazionale, legato al fondamentalismo "islamista" (così viene definito per distinguerlo dall'Islam buono e pacifico) ci sono alcune legate alla comunicazione elettronica.
Il governo vorrebbe estendere la possibilità, già esistente per i reati di mafia, per le forze dell'ordine di effettuare intercettazioni telefoniche e ambientali preventive, senza dover avere l'ok dei magistrati; non si potranno utilizzare a fini processuali come prova ma comunque possono essere utili per prevenire attentati terroristici.
Il governo intende portare anche ad approvazione il progetto di legge di riforma dei servizi segreti (ora giacente alle Camere) che attribuirebbe ai servizi (o al servizio, se saranno unificati il Sisde civile con il Sismi militare) il diritto di intercettare qualsiasi comunicazione: dalla posta tradizionale a quella elettronica, ai fax agli Sms.
Questo insieme di provvedimenti obbligherebbe i gestori telefonici e Internet a sopportare nuovi costi per la conservazione in sicurezza di questi dati e per il monitoraggio; d'altra parte, obbligherebbe i gestori a potenziare gli apparati che oggi affittano agli organi di polizia per le intercettazioni di telefoni, telefonini, fax ed e-mail.
A questo punto ritornerebbe alla carica Telecom Italia che, in Calabria, ha realizzato la famosa SuperAmanda, l'Echelon italiano, un potente sistema in grado di intercettare e registrare milioni e milioni di conversazioni telefoniche, e-mail e Sms.
Non si capisce però perché una necessità di monitorare intensamente le comunicazioni elettroniche degli italiani (necessità eccessiva, ingiustificata e pericolosa per la libertà di tutti) debba trasformarsi in una fonte di nuovi e altissimi ricavi per Telecom Italia: diventerebbe un business da "monopolista delle intercettazioni", per cui gli italiani pagherebbe una prima volta al loro gestore la telefonata, e poi a Telecom Italia il costo dell'intercettazione.
A questo punto sarebbe più corretto che SuperAmanda venisse nazionalizzata (cioè acquisita dallo Stato, che dovrebbe risarcire Telecom Italia dei soli costi di realizzazione degli impianti) e poi gestita in proprio dallo Stato, sotto il controllo del Comitato parlamentare per i servizi segreti e da parte di un'Authority indipendente: questo per prevenire possibili usi distorti in una gestione un po' privata, un po' pubblica.
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