In poco più di sei mesi una distribuzione Linux strettamente free è diventata la più popolare. Piccola recensione del pinguino più cool del momento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-04-2005]
A pochi mesi dal rilascio della prima versione usabile, avvenuto lo scorso ottobre, Ubuntu ha raggiunto il top tra le distribuzioni Linux, nel cuore degli utilizzatori. Sono gli stupefacenti dati di Distrowatch, nella cui speciale classifica la new entry occupa stabilmente la prima posizione, allineando dietro di sè nomi famosi e titolati come, nell'ordine, Mandriva, Fedora (il progetto free derivato da Red Hat), MEPIS, SuSE, Debian, Knoppix, Gentoo, Slackware, eccetera.
Non si tratta di statistiche ufficiali (si basano sulle visite alle pagine web delle distribuzioni), ma l'ascesa è lo stesso notevole, considerata la giovane età del progetto. Il paragone più immediato è quello con Firefox, rilasciato in versione stabile (i casi della vita) giusto pochi giorni dopo.
Secondo gli analisti USA, il nome africano ne limiterebbe l'appeal, e quindi la diffusione. Ma abbiamo come l'impressione che questi tipi siano influenzati dalla lobby del software proprietario. Del resto, fa sorridere tutta questa attenzione al nome da parte di un'economia che ha portato agli altari, oltre ogni merito, una società chiamata "Yahoo!" (punto esclamativo compreso).
"Ubuntu è un'antica parola africana," si legge ancora, "che significa 'umanità per gli altri'. Ubuntu Linux vuole portare lo spirito di Ubuntu nel mondo di software."
Sostenuto finanziariamente da Canonical Ltd., una società locata nel paradiso fiscale dell'isola di Man, il progetto include più di mille programmi, a partire dal kernel Linux 2.6 e GNOME 2.10, e copre ogni esigenza desktop standard (videoscrittura, foglio elettronico, web, email, programmazione e giochi).
Anche in Italia ha avuto un grande successo. Qualche utente, non si sa se per ironia o dislessia, gli ha pure cambiato nome in 'Mbutu, citando un refrain di Vulvia, l'amata presentatrice di Rieducational Channel, interpretata dal comico Corrado Guzzanti.
Quali sono i motivi di questa irresistibile popolarità? Innanzi tutto è un progetto interamente free. Inoltre, deriva da Debian, e ne eredita in parte la proverbiale stabilità. L'interfaccia utente è completamente orientata al settore desktop, per cui è un ottima porta di ingresso per i newbie (nuovi utenti Linux). L'impostazione razionale non lo fa dispiacere però agli utenti esperti. Insomma, un buon mix.
Altro vantaggio importante è la gestione dei pacchetti: utilizzando il comando testuale apt-get o il programma grafico Synaptic, anche un utente di primo pelo può installare, disinstallare, aggiornare i programmi preferiti, con la consapevolezza che librerie e dipendenze verranno gestite automagicamente dal sistema. L'accesso a questo gigantesco repository di programmi richiede però una connessione internet veloce.
Notevoli la semplicità di connessione e le performance in reti medio-piccole, in interazione anche con altri sistemi operativi, tipo Mac e Win. Questo rende Ubuntu molto adatto agli enti pubblici (soprattutto gli uffici dislocati) e alle scuole.
L'usabilità è il punto forte della distribuzione, ma è importante anche la versatilità. È disponibile infatti per varie architetture hardware: Intel x86, AMD64 e (udite udite) PowerPC, sia come installazione fissa su hard disk, che sottoforma di live-CD. Non è un clone di Windows, quindi non aspettatevi schermate trendy in fase di caricamento del sistema. Ottimo anche per i computer portatili, soprattutto se vetusti.
La comunità Ubuntu si impegna a far uscire una versione aggiornata ogni sei mesi. Puntualmente, quindi, è scaricabile dal sito ufficiale la seconda versione, la 5.04 (i numeri fanno riferimento ad anno e mese di rilascio).
Entusiasmo degli sviluppatori, solida base di partenza, sponsor ben capitalizzato, versatilità, partenza col botto: non è difficile prevedere per Ubuntu un roseo futuro. Auguri.
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