Con la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il contestatissimo decreto Urbani è in vigore a tutti gli effetti ed entro 60 giorni dovrà essere convertito in legge dal Parlamento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-03-2004]
E' stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, ed è quindi oggi entrato in vigore, il controversissimo decreto Urbani (Decreto Legge 22 marzo 2004, n.72), che prevede sanzioni amministrative non trascurabili (1500 euro, sequestro delle apparecchiature, eccetera) per chi diffonde o scarica film vincolati, ossia non liberamente distribuibili, usando qualsiasi metodo, compresi i circuiti di scambio come WinMx, Kazaa eccetera.
Molti lettori mi stanno scrivendo per sapere cosa fare. E' molto semplice: se avete paura del decreto Urbani, smettete di scaricare film da questi circuiti.
E' sbagliato criminalizzare i circuiti di scambio, perché possono essere usati, e sono effettivamente usati, per distribuire file la cui diffusione è legale: per fare un esempio, ho appena finito di scaricare da Bittorrent l'ultima distribuzione Mandrake di Linux. Ma non nascondiamoci dietro a un dito: praticamente tutto il materiale audiovisivo che circola su questi circuiti è materiale non liberamente distribuibile. Quindi è necessario partire dall'assunto che quello che trovate in Kazaa e WinMx è materiale vincolato e non legalmente scaricabile fino a prova contraria.
Mettetevi il cuore in pace. Può non piacere, può sembrare in certi casi un controsenso (perché allora è legale registrare un film dalla TV? Perché i provider diffondonotramite i newsgroup caterve di film porno, anch'essi tutelati dal diritto d'autore?), ma è così.
E' assai probabile che il decreto Urbani abbia vita breve: gli esperti che ho contattato lo dipingono come un pasticciaccio giuridico incomprensibile, e i provider che dovrebbero fare i gendarmi (oltretutto gratis) si trovano impossibilitati ad applicarlo perché dovrebbero intercettare le comunicazioni Internet degli utenti, cosa che altre leggi vietano loro di fare. Le probabilità di finire fra le vittime di questo decreto sono insomma piuttosto esili.
Alla sua scadenza naturale, fra sessanta giorni, starà al Parlamento decidere se convertirlo in legge così com'è o dargli una bella riordinata. Personalmente, credo che lo stato (e il cinema) guadagnerebbe molto di più se invece di tentare invano di reprimere applicasse una misura molto cara al fisco italiano: un bel condono. Ci si presenta alla SIAE con l'elenco dei film scaricati, si paga un tot a film, e si è in regola; oppure si fa un forfait, come nei condoni tombali, e si sana per sempre l'irregolarità. Troppo facile, vero?
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