Morpheus vulnerabile: ha toppato anche la BBC

Alcuni giorni fa, l'autorevole BBC ha pubblicato un articolo secondo il quale è stata scoperta una falla in Morpheus, uno dei più diffusi programmi di scambio musicale. Ebbene, pare proprio che si tratti di una bufala.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-02-2002]

Precisazione importante: la falla segnalata dalla BBC non ha niente a che vedere con quella già conosciuta da tempo e descritta in un mio recente articolo, che poi in realtà più che una falla è una pericolosa magagna di configurazione in cui incappa una grande massa di utenti sbadati. Una magagna che permette di scoprire password, codici Bancomat e quant'altro, ma comunque non dovuta a Morpheus ma all'errore dell'utente.

Quella di cui parla in termini molto vaghi la BBC è invece una vulnerabilità che consentirebbe a un utente ostile di accedere non soltanto alle cartelle che avete detto a Morpheus di rendere disponibili, ma anche a tutto il resto del vostro disco rigido, e di farlo anche in scrittura. In altre parole, stando alla BBC chiunque usi Morpheus starebbe inconsapevolmente pubblicando online l'intero contenuto del proprio computer. Una prospettiva poco gradevole.

Sono naturalmente subito partito con l'indagine, visto che la cosa mi tocca anche personalmente: uso Morpheus per scaricare (e a mia volta ridistribuire) le puntate della nuova serie di Star Trek, "Enterprise". Che strano, nessuno dei più importanti siti di sicurezza fa menzione di una falla del genere. Ho trovato però una "conferma": un messaggio scritto da Paul Sarsfield, di Morpheus, che ammette l'esistenza del problema e dichiara che i programmatori sono al lavoro per ripararla.

Ma essendo io sospettoso di natura, la cosa mi puzza: come mai sul sito di Morpheus non c'è una dichiarazione a proposito di questa falla? Congiura del silenzio? Ma se è congiura del silenzio, perché il signor Sarsfield diffonde disinvoltamente le sue conferme?

Così ho scritto all'indirizzo di posta dell'ufficio stampa di Morpheus, chiedendo delucidazioni. Ho appena ricevuto una risposta da Kelly O'Neil, della StreamCast Networks (la società che ha recentemente acquisito Morpheus), che non lascia dubbi in proposito.

La StreamCast dichiara che la segnalazione della BBC è falsa. "The report is not true" dice, e caso mai non si fosse capito, aggiunge "The report of a security hole in Morpheus is FALSE". La BBC avrebbe intervistato un esperto di sicurezza (anonimo) che le ha "rivelato" la falla, ma nè questo esperto nè altri, dice Kelly, hanno contattato la StreamCast per avvisare di una vulnerabilità in Morpheus. La prassi, infatti, è che quando si scopre una falla in un programma, prima si avvisa la società autrice del programma, e poi si avvisa la stampa, non il contrario.

Kelly è a conoscenza del messaggio di "conferma" firmato Paul Sarsfield, ma dichiara che non esiste un dipendente della StreamCast con questo nome, e che nessun dipendente o rappresentante della società ha rilasciato dichiarazioni in proposito (tranne lei, ovviamente).

Che dire? E' decisamente stagione di figuracce cosmiche da parte dei giornalisti: prima il caso Panerai su Panorama Next, poi i francesi con il "supervirus Good Luck" (mai esistito), e adesso questa bufala della BBC. Il bello è che la BBC continua a cambiare il testo dell'articolo, cercando di rimpolparlo: ora cita anche il prestigioso sito hacker 2600.com, nel quale però stranamente non c'è traccia di questa vicenda). Peggio ancora, dice che ha tentato di contattare Morpheus ma non ha ottenuto risposta ("BBC News Online tried to contact Morpheus but no one was available for comment"). Che cosa? Non rispondono alla BBC, ma a me sì? Improvvisamente mi sento importante.

Insomma, tutte riprove della serietà e affidabilità del (dis)Ordine dei Giornalisti, che come sempre ringrazio per il divertimento involontariamente offerto.

Mi viene, infine, un ultimo dubbio. Chi trae benefici dalla diffusione di false notizie su Morpheus che fomentano paura e dubbi e inducono gli utenti ad abbandonare i sistemi di scambio musicale? I discografici, ad esempio. Che guarda caso proprio in questo periodo stanno cercando faticosamente di introdurre macchinosissimi sistemi per scaricare la musica da Internet (a pagamento, ovviamente) e iniettano nei CD bacatissimi sistemi anticopia che degradano l'affidabilità dei dischi (e comunque sono facilmente scavalcabili). Gli stessi discografici che si lamentano delle ingenti perdite causate dalla pirateria musicale e poi pagano Mariah Carey 30 milioni di euro per non fare altri dischi.

Ops, la fonte della notizia su Mariah Carey è la BBC. Avranno mica toppato anche questa?

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Paolo Attivissimo

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