Il Commissario Europeo per la concorrenza multa il colosso di Redmond e disegna futuri scenari di concorrenza: dal monopolio all'oligopolio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-03-2004]
Riassumiamo: Mario Monti ha colpito Bill Gates con una multa di 497 e fischia milioni di euro, ma soprattutto con una serie di obblighi, per comportamento teso a soffocare la concorrenza a danno dei consumatori. Gli argomenti del provvedimento sono due, il mercato dei server di fascia bassa (la casa di Redmond si rifiuta di rivelare importanti informazioni sull'interfaccia con i pc di rete, equipaggiati nella stragrande maggioranza con Windows) e l'ingombrante presenza di Media Player, fornito in bundle insieme ad ogni versione di Windows.
Aldilà dell'aspetto punitivo della multa, irrisoria per chi tiene in cassaforte 45 miliardi di euro (la liquidità dichiarata di Microsoft), lo zio Bill si è infuriato soprattutto per l'obbligo di fornire ai rivenditori, entro 90 giorni, una versione di Windows epurata da Media Player e a consegnare ai concorrenti, entro 120 giorni, le informazioni "riservate" nei server di fascia bassa.
La casa di Redmond presenterà, ovviamente, ricorso. Tra le motivazioni etiche di questa decisione, il disorientamento dei poveri consumatori, che in assenza di Media Player avranno problemi pratici aprendo molti siti web (tra gli esempi, Brad Smith, il vicepresidente di Microsoft, ha portato anche quello del Parlamento italiano). Il che, visto che stiamo parlando di abuso di posizione dominante, suona come una clamorosa autodenuncia.
Il fatto che, all'inizio degli anni '90, i potenziali concorrenti di Bill Gates fossero milioni, mentre oggi sono tre o quattro, non turba più di tanto la Commissione. Evidentemente l'idea di libero mercato che ha il signor Gates non è molto diversa da quella del signor Monti: dal monopolio si passa ad un non meno preoccupante oligopolio. Nei fatti, ci si accontenta di togliere un programmino, quando il vero scandalo è stato a monte.
Un intero sistema operativo, completo di applicazioni di ogni sorta, viene precaricato a pagamento su tutte le macchine vendute, senza che il consumatore possa scegliere, a parte qualche eroico rompiscatole che saltuariamente chiede ed ottiene il rimborso.
In realtà lo strapotere di Microsoft ci ha insegnato che, attraverso la condivisione dei codici sorgenti, il gigante si può battere. Il vero concorrente, quello attrezzato per vincere, si trova lì, e non nei troppo pochi gruppi di potere, artificiosamente favoriti da provvedimenti legali (pur sacrosanti).
Come già scritto su queste pagine, poniamo molta più fiducia nello sviluppo di software aperto, meglio ancora libero, che nelle manovre di un'autorità ancorata a schemi economici non più attuali.
La creazione ex lege di una concorrenza oligopolistica non ci basta: ora puntiamo al piatto intero.
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