Un risarcimento milionario rischia di far soccombere il popolare editore di news e pettegolezzi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-03-2016]
Sta rischiando la sua stessa esistenza Gawker Media, una delle più grandi realtà dell'informazione digitale, a causa del risarcimento di ben 115 milioni di dollari che è stata condannata a pagare a Hulk Hogan.
Il motivo è un video porno che risale al 2007 e in cui il popolare attore e wrestler Hulk Hogan (il cui vero nome è Terrence Bollea) è ripreso mentre fa sesso con la moglie di un suo amico, Todd Clem.
Hogan stesso aveva già da tempo raccontato la storia che sta dietro al video: all'epoca stava attraversando un brutto periodo con la moglie di allora e così Clem gli propose di passare una notte con sua moglie, proposta che Hogan accettò. Tuttavia il wrestler afferma che non sapeva di essere ripreso, e quando il video divenne di dominio pubblico fece causa a Clem e a coloro che l'avevano pubblicato, ossia Gawker.
Clem si accordò con Hulk Hogan e uscì di scena con il pagamento di 5.000 dollari di danni. Rimase in gioco Gawker, che venne citata per 100 milioni di dollari.
Ora il giudice chiamato a decidere sulla liceità della pubblicazione del video ha raggiunto la sentenza: Gawker deve pagare non i 100 milioni chiesti da Hulk Hogan ma una cifra ancora più alta, pari a 115 milioni di dollari, cui potrebbero aggiungersi ancora anche i danni punitivi. Ce n'è abbastanza da far andare Gawker in bancarotta.
Gawker ha provato a difendersi affermando che Hulk Hogan in più occasioni ha parlato liberamente della propria vita sessuale, confermando anche il rapporto con la moglie di Clem, e che pertanto la pubblicazione del video non lede certo la sua privacy. Gli avvocati dell'attore hanno però risposto che quelle frasi erano pronunciate come parte del personaggio di Hulk Hogan, mentre il video getta fango sulla persona di Terry Bollea.
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L'avvocato di Gawker, Michael Sullivan, ha anche affermato durante il processo che il sito ha il diritto di pubblicare le notizie, anche se i contenuti sono discutibili. Se questo diritto viene negato, «Internet come lo conosciamo cesserà di esistere».
Dal canto proprio Kenneth Turkel, avvocato di Terry Bollea, ha affermato: «Ciò che più dà fastidio di Gawker non è quello che fanno. È il modo in cui ne sono orgogliosi, giocando a fare Dio a scapito del diritto alla privacy di Bollea».
Gawker ha già fatto sapere che ricorrerà in appello: Todd Clem non ha voluto testimoniare durante il processo di primo grado e, se venisse ascoltato, forse potrebbe instillare un dubbio nella giuria. Infatti durante una trasmissione radiofonica Clem aveva affermato che Hogan sapeva di essere ripreso, salvo ritrattare l'affermazione in seguito, assestandosi su una posizione poco chiara e poi svanendo nell'anonimato dopo la conclusione dell'accordo extragiudiziale.
Se Gawker dovesse soccombere sotto il peso dei danni da risarcire, insieme al sito principale svanirebbero probabilmente anche Gizmodo, Lifehacker, Deadspin, Kotaku, Jezebel e Jalopnik.
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