Il PD accusa Casaleggio di spiare le email dei parlamentari del M5S. Ma in realtà è così che funziona il movimento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-03-2016]
Il senatore Stefano Esposito, del PD, è molto noto per le polemiche furibonde e verbalmente violente portate avanti contro i NoTav e per aver proposto, durante il breve periodo passato come assessore ai trasporti del Comune di Roma, che i romani pulissero tram ed autobus in occasione del Giubileo volontariamente e a titolo gratuito (il senatore è laico e quindi non si trattava di una penitenza, ma solo di far risparmiare soldi al Comune).
In questi giorni il senatore Esposito ha presentato un'interrogazione parlamentare urgente al Governo e al Ministero degli Interni perché, a suo parere, la Casaleggio Associati, l'agenzia di comunicazione del leader del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio, avrebbe spiato le email dei deputati e senatori grillini.
La Casaleggio Associati lavora molto per lo stesso movimento, è pagata con i soldi del finanziamento ai gruppi parlamentari (al finanziamento dei partiti i 5 Stelle hanno rinunciato da sempre per programma elettorale), ed è accusata di gestire con troppa disinvoltura l'accesso che avrebbe al server di posta elettronica usato da senatori e deputati del movimento, anche perché sarebbe una società per la sicurezza informatica collegata proprio alla Casaleggio Associati a curarne la sicurezza.
La notizia è grave: ci si potrebbe chiedere perché il senatore Esposito, se è al corrente di questo fatto in modo certo, non abbia informato la Procura della Repubblica e le forze dell'ordine: si configurerebbe infatti un reato quale l'accesso abusivo a un sistema informatico, aggravato dal fatto che le vittime son parlamentari e pertanto si potrebbe addirittura ipotizzare un reato contro gli organi costituzionali.
È evidente però che un esposto del genere sarebbe potuto diventare oggetto di una querela per diffamazione o per calunnia da parte della Casaleggio Associati, mentre un'interrogazione parlamentare è insindacabile dalla magistratura ordinaria: un parlamentare non può essere perseguito per atti e parole pronunciate nell'esercizio delle sue funzioni.
Il punto è però un altro: bisogna infatti capire innanzitutto di che cosa stiamo parlando. L'intrusione e lo spionaggio sarebbero avvenuti non ai danni delle caselle di posta elettronica dei parlamentari aperte presso i server di Camera e Senato, ma sarebbero invece coinvolte le caselle di posta elettronica aperte su un sito interno ai gruppi parlamentari 5 Stelle, diverso da quello istituzionale, e che serve anche ai cittadini comuni quando vogliono scrivere proteste, lamentele e richieste al parlamentare del proprio territorio.
Infatti sarebbe logico pensare che se la Casaleggio avesse voluto accedere al server della Camera lo avrebbe fatto per spiare tutti i parlamentari, non solo quelli pentastellati ma anzi soprattutto quelli dei partiti avversi al M5S.
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Per Esposito, ma anche per altri autorevoli esponenti del PD, la vicenda sarebbe invece la prova che i parlamentari 5 Stelle non sarebbero liberi ma sottoposti a un controllo pervicace e oppressivo da parte di Gianroberto Casaleggio.
Sull'autonomia dei parlamentari eletti nel Movimento 5 Stelle, una parte non piccola dei quali è già stata espulsa dallo stesso movimento con procedure e motivazioni spesso singolari e non poco discutibili, si potrebbe parlare molto.
Allo stesso modo si potrebbe discorrere per diverso tempo sui non pochi parlamentari grillini che hanno abbandonato il movimento con motivazioni anche valide ma senza sentire il naturale bisogno di dimettersi dalla carica e rinunciare al relativo emolumento.
Il vero cuore della questione è però il fatto che il network interno ai gruppi parlamentari dei 5 Stelle è stato costruito proprio perché i responsabili della comunicazione abbiano un accesso assoluto, in nome della trasparenza, a tutte le comunicazioni interne, cosa che peraltro non ha impedito a molti parlamentari che dissentivano dai vertici 5 Stelle di organizzarsi per conto loro.
Si tratta di un sistema che nelle sue modalità può essere rifiutato e criticato ma che è fin dall'inizio accettato dai parlamentari del M5S che hanno ritenuto e deciso di rimanere in questo partito, pur con tutti i suoi limiti, contraddizioni e giravolte.
In realtà non c'è quindi alcun CasaleggioGate se non, forse, in una campagna elettorale sempre aperta e di straordinaria virulenza che vede PD e 5 Stelle darsi fendenti da orbi, spesso anche a vanvera.
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