Dal moltiplicarsi dei login e dal caos delle password arriva la soluzione che quasi certamente diventerà uno standard; ma la nostra privacy sarà sempre più a rischio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-01-2008]
Mentre politici e giuristi cominciano a interrogarsi sul possibile inquadramento di cloni, avatar, robot e via discorrendo nella nostra società e sui riflessi a volte concreti sulle nostre abitudini e risorse economiche, qualcuno sembra deciso a obbligare la polimorfa popolazione della rete a un'identificazione univoca, forse in attesa che diventi obbligatoria per legge.
Così OpenID, lo standard decentralizzato in protocollo Https per l'identificazione digitale sarà uno dei protagonisti, se non il protagonista assoluto, delle nostre passeggiate tra i siti web; ed è da credere che se hanno contribuito al suo sviluppo aziende del calibro di Microsoft, Google, Yahoo!, Sun, VeriSign, Plaxo e AOL, per tacere di tanti altri, un qualche motivo ci sarà.
Appena presentata la versione 2.0 al recente Internet Identity Workshop di Mountain View, ecco che subito Yahoo!, battendo sul tempo i concorrenti, ha annunciato che dalla fine del mese corrente sarà in grado di proporre ai suoi utenti di unificare le varie identità in una nuova e univoca, senza dover più ricordarsi e digitare di volta involta i necessari login e password.
Questa sorta di "carità pelosa" da un lato sembra venire incontro alle esigenze degli utenti sempre più alle prese con decine di identità fasulle da memorizzare, in realtà servirà soprattutto agli editori per controllare ancor meglio e approfonditamente le peregrinazioni sul web, per proporre "servizievolmente" link prodotti e servizi non richiesti.
In concreto, il meccanismo di identificazione creato da Brad Fitzpatrick, riuscendo a identificare il navigante in modo univoco presso qualsiasi server adotti la tecnologia, sposato agli sterminati database già in possesso dei vari motori di ricerca, equivale a distribuire a pioggia tra di essi i dati personali degli ignari utenti.
Gli utenti rimangono ignari e magari anche soddisfatti delle invenzioni che semplificano la vita.
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