In attesa di cucinarselo, i cuochi di Silicon Valley cominciano a contenderselo e a tirarlo per la... coda.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-07-2007]
E' notizia di appena qualche giorno fa che quelli di Mountain View stanno collaborando con Mozilla per realizzare in Firefox una funzione identica a Google Gears, cioè la capacità di svolgere alcune funzioni offline per poi completarle non appena ristabilito il collegamento all'Internet.
Al riguardo Mike Shaver, uno dei principali sviluppatori in forza al progetto Mozilla, ha affermato che quest'ultima non punterebbe a un'egemonia di mercato e vorrebbe invece una pari opportunità per tutti quanti i browser esistenti; ma pare un'uscita dettata da motivi contingenti piuttosto che da ragionate possibilità, anche perché le statistiche vorrebbero Firefox come il browser più utilizzato nell'ambito dei sistemi open.
Prima ancora di dare la stura ai commenti (non è poi così campata in aria l'ipotesi di un'ennesima acquisizione) arriva la notizia che da metà settimana Google Desktop è disponibile anche in versione Linux in formato sia DEB che RPM; cioè in sostanza per tutte o quasi le versioni del Pinguino, dopo aver già strizzato l'occhio anche il Mac di Cupertino.
La tecnologia di ricerca è proprietaria, quindi niente di paragonabile o Beagle o similari, e soprattutto niente open source; l'utility va quindi ad aggiungersi -nel quadro generale della visione planetaria di Google- alle altre già rilasciate per il mondo Linux coma la barra per Firefox, Google Earth e Picasa.
Se Microsoft mira in qualche modo ad impadronirsi di Linux stipulando patti di non aggressione con la proprietà della maggiori realizzazioni a uso commerciale (è recente il comunicato relativo a Red Hat), pare ormai indubbio che il concorrente mira sistematicamente a impadronirsi del controllo di ciò che facciamo col computer per presentarci poi quel che presumibilmente sia di nostro interesse.
Di lì ad arrivare a un subdolo spossessamento di fatto, basato cioè nel proporre "solo" quel che riterrà congruente al nostro profilo psicologico, il passo è terribilmente breve; anzi possimo affermare che già cominciamo ad adattarci all'idea, tanto da non percepirne più neppure il pericolo.
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