Trusted Computing tra libertà e sicurezza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-04-2006]
Il Faust, protagonista di un racconto popolare tedesco reso celebre dalla rivisitazione di Goethe, reso cieco dalla sua folle ricerca della conoscenza, pensava fosse possibile stringere un accordo vantaggioso con Mefistofele che lo avrebbe servito per un certo periodo di tempo in cambio della sua anima.
Quello che quest'opera ci porta a riflettere è se sia possibile ottenere un guadagno quando poi finiamo per perdere ciò che ci è più caro. In questo caso l'equivalente dell'anima per Faust è la libertà, mentre ciò con cui questi moderni Mefistofele che sono i produttori di computer e le software house ci blandiscono non è la conoscenza, quella con la C maiuscola, bensì la pretesa di una maggiore sicurezza per i nostri ultraviolati computer.
C'è però una piccola, ma sostanziale differenza in queste due vicende. Il Faust evoca Mefistofele di sua iniziativa, mentre nessun utente ha chiesto a queste multinazionali (AMD, Hewlett-Packard, IBM, Infineon, Intel Corporation, Lenovo, Microsoft, Sun Microsystems) di limitare e controllare i nostri utilizzi di hardware e software regolarmente acquistato.
Ma cos'è esattamente il Trusted Computing Group? Si tratta di un gruppo di imprese dell'ICT riunitosi con lo scopo dichiarato di definire standard hardware e software che possano rendere i nostri computer più sicuri. Tra l'altro fa riflettere il fatto che tra i promoter del TCG ci sia anche la Microsoft. Ciò infatti può essere letto come una resa della casa di Redmond sul fronte della sicurezza del suo Windows. Invece di creare un software più sicuro, si arrende cioè alla sua incapacità di realizzarlo e cerca una soluzione hardware.
Il timore, certamente fondato, è però che il Trusted Platform Module (TPM), l'elemento chiave di questa tecnologia, ormai famigerato con il nome di chip Fritz, possa tramutarsi in una barriera al libero utilizzo del nostro computer, con il risultato che sarà un gruppo di aziende a decidere quali software sia lecito installare e quali no, cosa sia possibile fare e cosa "per il nostro bene" ci sia precluso.
E' un po' come se un governo, nell'impossibilità di assicurare la sicurezza dei propri cittadini o comunque ritenendoli troppo stupidi da evitare situazioni e comportamenti pericolosi, decidesse di mettere tutti in galera. Naturalmente non con lo scopo di punire, ma di tutelare.
Può sembrare un paragone forzato, e certamente lo è, ma difficilmente la nostra libertà informatica tra qualche anno sarà uguale a quella di oggi se si continuerà su questa strada. Nel frattempo a voi la scelta. Sul sito www.no1984.org, trovate infatti un elenco dell'hardware che implementa tale tecnologia.
SONDAGGIO
Se il futuro fosse inevitabilmente l'installazione di un chip Fritz in ogni computer, cosa vorresti in cambio dai produttori di hardware? Vota il sondaggio e discutine sul forum.
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2) Che ci fosse assoluta certezza che la mia privacy non possa essere violata
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