Ecco perché non ho voluto visitare il sito dell'on. Previti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-07-2003]
La notizia di questi giorni è che l'on. Previti, deputato di Forza Italia e condannato a 11 anni di carcere per corruzione giudiziaria e imputato in un altro processo per reato analogo e in attesa di giudizio, si è fatto un sito web. Questo sito avrebbe avuto più di 30.000 accessi in pochi giorni, e sarebbe stato sabotato da hacker. Molto più probabilmente, il suo sito è saltato proprio grazie al traffico eccessivo.
Nel sito, ho letto sulla stampa, ci sarebbe stata un'autoapologia dell'innocenza di Previti ed un ennessimo atto d'accusa dei magistrati, di tutti i magistrati italiani: quelli che lo hanno rinviato a giudizio (gip), quelli lo hanno accusato (pm), quelli che lo hanno condannato (il tribunale), tutti, ovviamente comunisti, comunisti e peggio (forse corrotti?).
Non sono stato fra i visitatori del sito dell'On. Previti: lo dico senza voler censurare chi, per curiosità o dovere di informazione lo ha visitato, né con la pretesa che la mia scelta sia, per forza la più giusta o la migliore. Non credo nella censura, ho sempre pensato che la migliore lotta contro la pornografia sia non andare a vedere quel film, non leggere quella rivista, possibilmente non parlarne: mi sono comportato con il sito di Previti come ho sempre fatto con i film di Brass, offesa più all'intelligenza e al cinema che al pudore. Libero Previti di farsi il suo sito, libero io di ignorarlo.
Ha minacciato in interviste pubbliche il suo stesso Premier se non fosse stato difeso, si è sottratto sistematicamente a tutte le udienze, se non per allungare i tempi della prescrizione apparendo verso la fine, adducendo i suoi impegni di parlamentare: il parlamentare più impegnato di Italia, dopo essere stato sempre piuttosto assente dalle aule parlamentari. Innocente o meno, lo stabilirà il giudizio di secondo grado, indecente il suo comportamento lo è stato di certo, un uomo discusso come Andreotti rifulge rispetto a lui come un esempio di senso dello Stato e dell'opportunità.
Non sono andato a vedere il suo sito perché una sera sul Tg hanno fatto rivedere le immagini della messa celebrata dal Papa nel carcere romano di Regina Coeli, durante l'anno del Giubileo: l'appello sofferto del Papa sofferente per un gesto di clemenza nei confronti dei carcerati, i volti di quegli uomini duri, disperati, quelle vite sbagliate che chiedevano speranza e perdono. Per quegli uomini, per le loro lacrime, per il Papa che chiedeva clemenza, il Parlamento italiano, lo stesso che ha trovato il tempo per votare in fretta le leggi a favore di Previti, non ha trovato un po' di misericordia, che marciscano in carcere nell'estate più rovente che si ricordi a memoria d'uomo. Quegli uomini non hanno un sito web, nessuno che lo vada a visitare: per questo non visiterò il sito dell'On. Previti.
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