La battaglia tra Cyberbunker e Spamhaus ha causato rallentamenti e disservizi in tutta Europa e negli USA.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-03-2013]
È già stato definito «il più grande attacco di tutti i tempi» l'insieme di disservizi che hanno colpito Internet nei giorni scorsi (e le cui conseguenze si sentono ancora, per lo meno in parte) e che sono nati dallo scontro tra Spamhaus e Cyberbunker.
La prima è l'organizzazione internazionale creata da Steve Linford per tracciare e combattere (grazie ad alcuni servizi, come le varie liste pubblicate) gli spammer.
La seconda è un'azienda olandese che offre servizi di web hosting a chiunque indipendentemente dal contenuto, fatta eccezione per materiale a carattere pedopornografico o terroristico, e che deve il proprio nome al fatto che la sua sede si trova in un bunker abbandonato e risalente alla Guerra Fredda.
I problemi sono iniziati quando Spamhaus ha inserito nella "lista nera" Cyberbunker, accusato di offrire ampia ospitalità a noti spammer.
Cyberbunker ha risposto iniziando un attacco DDoS di grandi proporzioni verso i server di Spamhaus - e fin qui la reazione è rientrata "nella norma" - ma in seguito ha iniziato a prendere di mira i server DNS.
Dopo i primi attacchi, infatti, Spamhaus ha richiesto l'intervento di Cloudflare, ed è riuscita in questo modo a sostenere l'assalto. È stato a quel punto che il bersaglio è diventato molto più ampio.
Con un traffico di 300 Gbit/s (pari a sei volte un "tradizionale" attacco DDoS), molti server hanno ceduto e in questo modo a soffrirne non è stata solo Spamhaus, ma anche tanti utenti si sono trovati coinvolti. Pare che anche servizi popolari con Netflix si siano trovati in difficoltà a causa di tutto ciò,
Rallentamenti e disservizi si sono verificati un po' dappertutto in Europa e negli USA, come ha segnalato l'osservatorio di Akamai.
Al momento in cui scriviamo il sito di Spamhaus è tornato raggiungibile, mentre a non dare più segni di vita è quello di Cyberbunker.
«È il più grande attacco DDoS pubblicamente annunciato nella storia di Internet» ha dichiarato Patrick Gilmore di Akamai.
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