Da un'indagine effettuata nel nord-est del nostro Paese si è appreso che il 45% del software ha provenienza illegale. Un interessante percorso di approfondimento sull'argomento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-10-2002]
La notizia è stata diffusa a Padova durante un convegno intitolato "La nuova legge sul diritto d'autore, un'opportunità per il mercato legale del software" e riportata dall'Adnkronos. La dichiarazione di apertura è la seguente: "la pirateria informatica ha prodotto nel solo 2001 danni all'economia nazionale quantificati in 520 milioni di euro" ed è stata espressa da Giovanni Ferrari, vicepresidente di Bsa (Business Software Alliance).
"Secondo lo studio condotto da Bsa il tasso di applicazioni software privo di licenza utilizzati nelle aziende è del 45%. Per il Triveneto poi, abbiamo dati ancora più allarmanti: le indagini condotte quest'anno dalla Guardia di Finanza hanno portato al sequestro di oltre 1800 prodotti software illegali -dice sempre Ferrari- per un valore di oltre 1 milione e 200 mila euro con un tasso di illegalità aziendale del 75%". "E' chiaro che di fronte ad una situazione di questo genere -ha concluso Ferrari- all'attività di repressione e legalizzazione condotta dalle autorità competenti debba seguire un'intensa attività di informazione e collaborazione con il mercato".
Sembra strano che proprio le aziende, che scaricano parte delle spese di gestione, diano dati così allarmanti sulla mancata registrazione del software. Ma forse il problema è un altro: non tutti vengono informati del fatto che i programmi installati devono essere dotati di una licenza per ogni macchina su cui li si utilizza, o al massimo di una licenza collettiva per un determinato numero di postazioni. E in realtà è in effetti ciò che accade soprattutto nelle piccole aziende che molto spesso non hanno una persona predisposta a curare l'aspetto informatico, ma si affidano a collaborazioni occasionali esterne.
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